Basket : dalla Lazio 7 mosse per salvare il basket romano

Il Presidente della Lazio Basket Simone Santi, “imprenditore di prima generazione e amante della pallacanestro” come ama definirsi (con la Leonardo Group da lui fondata si occupa da dieci anni di internazionalizzazione di imprese e produzione video), ideatore e anima del progetto Colors che ha fatto del basket uno strumento di integrazione, sottolinea ancora una volta lo sforzo fatto dal presidente Toti nei dieci anni alla guida della Virtus Roma. “Sono molto dispiaciuto della sua decisione” afferma subito Santi, che -anche alla luce della partnership dello scorso anno Virtus –Lazio Basket che aveva portato buoni risultati con il progetto “Perché no”- si offre come compagno di squadra, anche di Claudio Toti, per un impegno nel sociale e nel settore agonistico.

“Prediamo atto, di ciò che ha dichiarato Claudio” continua Santi “e siamo disposti ad aprire un confronto con tutte le società romane e laziali, per riproporre il modello vincente del “Progetto Lakers”, che abbiamo portato avanti negli ultimi anni con le squadre di Bracciano, Trevignano, Parco di Veio, Manziana e Formello per valorizzare i migliori giovani giocatori, e che negli anni ha dato vita ad una nuova cultura della squadra tra squadre diverse”.

Di fatto un appello alle società romane e laziali, perchè con una grande base di atleti, famiglie e appassionati, si possa portare un nuovo interesse verso uno sport che vive un momento di crescita in tutto il mondo.

“Solo facendo squadra tra le squadre” sottolinea Santi “possiamo sensibilizzare di nuovo gli imprenditori, la politica ed i media verso un mondo come quello della pallacanestro che ha mostrato e continua ad esprimere talenti, valori, ed una grande funzione sociale”.

 

Il progetto, che verrà presentato venerdi 27 gennaio, prevede sette mosse:

1)    valorizzare il settore giovanile laziale e la funzione sociale della pallacanestro

2)    superare la logica individuale e le conflittualità campanilistiche attraverso la creazione di una squadra tra le squadre (che sappia valorizzare le sinergie possibili e il concetto di “compagni di squadra” anche nei momenti di confronto e sano agonismo)

3)    valorizzare la regola del “doppio utilizzo” superando la mera logica “del cartellino”

4)    implementare un nuovo modello di gestione manageriale/aziendale con contributo volontaristico

5)    permettere ai giovani talenti locali di avere più spazio e visibilità

6)    rafforzare una base di atleti, appassionati, giocatori, dirigenti, allenatori che permettano una crescita della pallacanestro in linea con il trend mondiale

7)    migliorare la rappresentatività ed il senso di appartenenza nei confronti della prima squadra per giovani, pubblico, sponsor, finanziatori e amministrazioni.