Motori> Michela, la psicologa a quattro ruote

Per molte donne lavorare in ambienti prettamente ‘maschili’, come anche praticare sport dove gli uomini la fanno da padroni, può rappresentare un problema, ma per Michela Cerruti no. Anzi, nel suo caso sono i maschi ad avere qualche difficoltà.
La ventiquattrenne romana, che grazie ai suoi costanti miglioramenti potrà gareggiare in F3, da ormai quattro anni pilota una Mercedes tutta rosa che spesso ha rappresentato uno smacco per i colleghi che, non di rado, si sono visti sorpassare in gara dalla giovane promessa. “Non mi sento in soggezione – assicura a Sportal.it – piuttosto a volte percepisco il disagio dei miei avversari uomini: non gradiscono, diciamo così, che una ragazza riesca a superarli in gara, fanno fatica ad ammetterlo”. A maggior ragione se la scena è troppo evidente: la macchina rosa non lascia dubbi sul fatto che al volante ci sia una donna. In ogni caso la ‘pink driver’ non si è mai sentita offesa da questi atteggiamenti: “Non mi hanno mai trattata male”, precisa.
Michela puntualizza di non essere mai stata un ‘maschiaccio’, anzi. “Tra me e mia sorella quella più fissata con i vestiti, il trucco e il parrucchiere sono sempre stata io!”. Sicuramente la Cerruti sa adattarsi alle situazuioni, difendendo in ogni caso la propria femminilità: “Lo faccio anche quando diventa difficile, per esempio nel momento in cui indosso la tuta da corsa oppure quando passo ore tra meccanici e motori”.
Spesso accostata a Penelope Pitstop, la ragazza si distingue dalla protagonista del cartone animato per il suo coraggio: “Quando corro a velocità elevatissime non ho paura del pericolo, l’unica cosa che temo è quella di non raggiungere buoni risultati o di danneggiare la macchina”.
La Mercedes rosa è diventata il suo segno di riconoscimento e la scelta di utilizzarla è nata proprio per questo: “Ho iniziato a guidare questa auto nel 2010, quando ho incominciato a ottenere buoni risultati, per dire al mondo che su quelle piste c’ero anch’io, una ragazza”.
La giovane laureata in psicologia – altra sua passione – si sente soddisfatta dei miglioramenti che ha conseguito in Nuova Zelanda durante il recente Toyota Racing Series ed è fiera di poter entrare in F3 con Rp Motorsport. “L’idea di psicoanalizzare persone su un lettino è ormai superata, il mio futuro è sulle piste automobilistiche”.

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