Fare squadra per vincere:il rugby scende in campo contro il bullismo

Un combattuto torneo finale di touch rugby chiude la IV edizione. Un bilancio estremamente positivo

Sui campi del Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” all’Acquacetosa di Roma, dopo cinque mesi di lavoro e poco meno di cento ore in aula, in palestra e sul campo, si è concluso, con il tradizionale torneo finale l’edizione 2012 di “Fare Squadra per Vincere. Il rugby scende in campo contro il bullismo”. Trecento, tra ragazzi e ragazze, provenienti dalle prime classi delle scuole superiori di cinque istituti della Provincia di Roma dove si è svolto il progetto, divisi in una ventina di squadre, hanno partecipato al tradizionale torneo di “touch rugby. Per la cronaca, ha vinto l’Istituto tecnico Pacinotti di Roma

Fare Squadra per Vincere” è partito nel 2009 con la finalità di portare i valori morali di uno sport di squadra per eccellenza, come il rugby, nell’ambiente scolastico, come antidoto al fenomeno del bullismo. Nei quattro anni di vita “Fare Squadra per Vincere” ha interessato, a Roma, una trentina di scuole e circa 2mila ragazzi, per oltre cinquecento ore di attività. Il progetto, nato da un’idea di Erreottanta Comunicazione, ha beneficiato del contributo della Provincia di Roma, del patrocinio della Federazione Italiana Rugby e del supporto tecnico della S.S. Lazio Rugby 1927. Da quella prima edizione il progetto si è evoluto di anno in anno, grazie anche alla grande esperienza maturata sul campo, fino ad arrivare, oggi, a essere un modello perfettamente in linea con quelle che sono le esigenze e le problematiche dei ragazzi nella difficile fase adolescenziale.

La finalità di “Fare Squadra per Vincere Il rugby scende in campo contro il bullismo” è quella di creare o rinforzare lo spirito di squadra tra i ragazzi, portando nella scuola i valori “morali” fondamentali del rugby: lo spirito di squadra, il rispetto per il compagno e per l’avversario, il concetto di uno sforzo comune per il raggiungimento dell’obiettivo comune. Solo in gruppo si possono raggiungere obiettivi importanti.Contrapposizione, dunque, del gruppo e della squadra, al “bullo” e alla prevaricazione sui più deboli.

L’iniziativa è rivolta ai ragazzi dei primi due anni delle scuole superiori; il passaggio tra la scuola media inferiore e quella superiore, infatti, è il momento in cui iniziano a presentarsi eventuali fenomeni di bullismo e, di conseguenza, il disagio diventa evidente. Il progetto si è svolto attraverso una serie d’incontri periodici con gruppi di studenti, nelle cinque scuole, portati avanti da formatori, psicologi e da un gruppo di allenatori della S.S. Lazio Rugby 1927. Il torneo tra le varie squadre, formate da ragazze e ragazzi è la fase finale del progetto e del percorso formativo.

Per il torneo i “gruppi-classe” sono stati suddivisi in squadre di “touch – rugby”, con 7 giocatori e su campi di dimensioni ridotte rispetto a quelle normali. Nel “touch-rugby”, al placcaggio viene sostituito il tocco dell’avversario, “con questo tipo di gioco – spiega Victor Jimenez, allenatore della SS Lazio Rugby 1927 e direttore tecnico del Progetto – le squadre possono essere costituite, indifferentemente, da ragazze e ragazzi, puntando, oltre che a una partecipazione davvero piena, anche al superamento di un’errata idea che il rugby sia uno sport prettamente maschile e violento”.

A premiare i ragazzi e a partecipare con loro al tradizionale “terzo tempo”, l’Assessore della Provincia di Roma alle Politiche del Turismo, Sport e Gioventù, Patrizia Prestipino che, sin dalla prima edizione, ha appoggiato con grande entusiasmo il progetto, voluto fortemente dal Presidente della Provincia Nicola Zingaretti, grande appassionato di rugby.

 

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