Polo> Vas-Pier.Gio. concede il bis

E’ CAMPIONE ITALIANO PER PER LA SECONDA VOLTA

La squadra di VAS-Pier.Gio. del Villa a Sesta Polo Club, ha bissato oggi il successo già ottenuto lo scorso anno nel tricolore di polo.
Sul terreno di gara del Roma Polo Club, che nonostante la inclemenza del meteo ha retto bene le due partite disputate per l’assegnazione delle medaglie, il polo team toscano, capitanato da Giorgio Cosentino e composto da Eduardo Menedez Junior, Ignacio Brunetti e Tomas Astelarra, ha avuto la meglio sul polo team Battistoni-Castelluccia.
E’ stata, come previsto, una partita molto combattuta chiusa con un goal di differenza (8 a 7) e gioco che non ha mai perso velocità e ingaggio da parte delle squadre.

I Campioni d’Italia 2020 di VAS-Pier.Gio. (da sinistra (Eduardo Menendez Junior, Giorgio Cosentino – capitano, Ignacio Brunetti e Tomas Astelarra) premiati dal presidente FISE Marco Di Paola – Photo Equi-Equipe

“È stato un campionato difficile perché molto partecipato e il livello delle squadre alto – ha commentato Giorgio Cosentino, imprenditore pugliese che si allena con regolarità nell’impianto modello di Villa a Sesta, nella campagna di Arezzo. – Lo scorso anno in campo c’erano infatti solo quattro squadre e ci sentivamo molto più tranquilli. Sono davvero soddisfatto della squadra composta per tre quarti da ragazzi giovanissimi e fortemente talentuosi.”

Il polo team Battistoni-Castelluccia, che ha dominato nelle due partite di qualificazione disputate era composto da Alessandro Barnaba (capitano), Stefano Giansanti, Patricio Rattagan e Giordano Magini.

Nella partita valida per l’assegnazione della medaglia di bronzo il Nautor’s Swan (Ginevra Visconti, capitana, Ginevra D’Orazio, e i fratelli Joaquin e Segundo Copello) ha avuto la meglio su La Vandea in un match finito 3 a 1 (1 goal per differenza di handicap) dove l’unico giocatore che ha fatto aggiornare il tabellone è stato Segundo Copello.

“E’ stato un bel gioco quello che abbiamo visto in questo campionato – ha commentato Alessandro Giachetti, Responsabile del Dipartimento Polo della FISE. – Il meteo ci ha messo a dura prova e i giocatori sono stati tutti molto determinati e collaborativi per adeguarsi alle necessarie variazioni di programma, prim atra rtutte quella di dover utilizzare come secondo campo quello dell’Acquedotto Romano messo gentilmente a disposizione dalla famiglia Elser. Il numero delle squadre quasi raddoppiato rispettto allo scorso anno è stato una bella sorpresa. Il Polo, sport di squadra e di contatto, è stato fermo per le limitazioni Covid fino a giugno inoltrato ma sui campi di tutta Italia c’è stata subito voglia di ripartire.”

Il parterre del Roma Polo Club è stato pieno di pubblico e di ospiti istituzionali di rango. Il Presidente Aldo D’Andria ha accolto il Presidente della FISE, Marco Di Paola, che ha effettuato la premiazione insieme al Segretario Generale, Simone Perillo, e il Presidente e AD di Sport e Salute Vito Cozzoli.

“Abbiamo investito molto sul polo – ha detto Marco Di Paola – una disciplina non certo facile che ha appeal e grande spettacolarità . I risultati sono evidenti se si guardano i numeri, gli sponsor e il lavoro di promozione che il Dipartimento sta portando avanti nelle scuole di equitazione. Devo complimentarmi e ringraziare tutti quanti, tecnici, giocatori, e patron sono protagonisti di questo positivo riscontro. Abbiamo progetti ambiziosi e lavoriamo per portare il polo nel programma olimpico di Milano-Cortina 2026.”

Il Trofeo Roma Polo Club, giocato sui terreni dell’Acquedotto Romano con la formula americana tra Los Avellanos, Land Rover e Acquedotto Romano ha visto la vittoria del polo team del circolo ospitante di cui faceva parte anche il giocatore più giovane in campo, il quattordicenne Henry Elser.

IL POLO IN ITALIA – La storia del polo in Italia risale agli anni venti, quando nell’isola di Brioni, oggi territorio della Croazia, Carlo Kupelwiese fondò il primo Club di Polo dotato di due campi di gioco. Fu invece Sua Altezza Reale il Duca di Spoleto a creare a Roma, nel 1930, il primo Polo Club. A Roma esisteva già un gruppo di giocatori che avevano frequentato il club dell’Isola di Brioni. C’erano i giocatori che avevano a disposizione dei cavalli di proprietà ma non esisteva un campo. La “Società Corse al Trotto” risolse il problema mettendo a disposizione l’ippodromo di Villa Glori che, in occasione delle Olimpiadi di Roma del 1960, lasciò il posto per la costruzione del villaggio olimpico. Per trasformare il prato dell’ippodromo in un campo di polo fu richiesto l’intervento di un tecnico specializzato. Il debutto avvenne il 10 maggio 1930 con una serie di spettacolari partite d’alto livello. In seguito il ‘Roma Polo Club’ ottenne un terreno alla poco lontano di lì, all’Acqua Acetosa dove sorge l’attuale struttura, oggi conglobata nel centro della Capitale.

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