Parlano a Budapest 4 ori olimpici di Tokyo.
Quattro campioni olimpici insieme, tutti in maglia azzurra, tutti pronti per una nuova avventura mondiale. La prestigiosa sede di Casa Italia al Ludwig Museum, a due passi dallo stadio dei Mondiali di Budapest, ha ospitato la conferenza stampa della vigilia con tutti gli ori individuali dei Giochi di Tokyo: Marcell Jacobs, Gianmarco Tamberi, Massimo Stano e Antonella Palmisano.
Dalle 19.43 di sabato, a settantuno giorni dall’ultima volta (e unica dell’anno sui 100 metri a Parigi) tornerà in pista l’olimpionico Marcell Jacobs: “C’è grande curiosità anche da parte mia. L’ultimo periodo non è stato facile, ma ho fatto tutto il possibile per essere qui. È la stagione che precede le Olimpiadi, è importante per aver fiducia in vista dell’anno prossimo. Non ho avuto modo di poter testare tutto quello che potrò fare e lo scoprirò domani, quando scenderò pista per la batteria. Cercherò di non pensare a niente, di fidarmi di quello che il mio corpo sa fare e di divertirmi”. Inevitabile ripercorrere il percorso a ostacoli che l’ha portato fin qui: “Dopo la stagione indoor, che non è stata quella che avrei voluto, ho lavorato bene per due mesi e quindi avevo in programma tante gare di Diamond League per confrontarmi con i miei avversari. È stato un momento difficile quando mi sono reso conto di non poterlo fare, ci abbiamo messo un po’ di tempo per capire il problema, ma non ho mai pensato di non poter arrivare a Budapest. Ho sempre avuto l’obiettivo dei Mondiali, a vedermi ci sarà mia moglie ma non i bambini che sono in vacanza dalla nonna”. “Sui social ho voluto farmi da parte per un po’ di tempo – aggiunge il primatista europeo, 9.80 nella memorabile finale di Tokyo – Quando ho ricominciato mi sono detto di farlo con frasi che possono spronare, dare motivazioni in più, e in tanti a un certo punto mi hanno chiesto addirittura a quale orario sarebbero state pubblicate perché volevano essere stimolati da questa frase giornaliera. È sempre stato un mio sogno, essere un esempio per raggiungere i propri obiettivi”.
Anche per Gianmarco Tamberi sono ore di attesa, quando mancano meno di due giorni alle qualificazioni del salto in alto previste per le 10.35 di domenica mattina: “Non vedo l’ora di gareggiare, mi sento molto bene – le parole di Gimbo – In ‘Coppa Europa’ agli altri azzurri ho detto che quello era un passaggio importante, ma che l’appuntamento principale era ai Mondiali e adesso ci siamo. Ho lavorato tanto, ci ho messo tutto me stesso con il mio team, ho fatto tutto quello che si poteva fare per arrivare qui in forma. Poi la gara va fatta e l’Usain Bolt del salto in alto, ovvero Mutaz Barshim, è ancora tra noi e sarà dura, ma sono pronto a dare il meglio di me”. Il racconto dell’avvicinamento a Budapest è soprattutto nel rapporto con il nuovo staff tecnico: “Ho lavorato negli ultimi mesi con il coach Giulio Ciotti e il preparatore atletico Michele Palloni per ritrovare il mio salto, in passato cercavo invece di capire come migliorarlo. Negli ultimi anni, forse soltanto nella magica serata di Tokyo sono riuscito a esprimere i salti che facevo prima dell’infortunio, anche se non li avevo dentro veramente. E allora con il mio team mi sono messo a studiare i miei video, da un enorme database, e lo abbiamo fatto anche ieri in aereo per correggere il salto senza stravolgerlo”
Sarà invece Massimo Stano ad aprire la spedizione azzurra con la 20 km di marcia al mattino (sabato ore 8.50) insieme a Francesco Fortunato e Andrea Cosi: “A parte il viaggio ‘comodo’ durato 13 ore e poi la sveglia di oggi per l’antidoping con 4 ore di sonno sto bene”, debutta con la consueta ironia il campione del mondo della 35 km di Eugene 2022, alludendo al volo cancellato nel pomeriggio di ieri a Monaco di Baviera che ha comportato un lungo ritardo nell’arrivo della squadra azzurra. “Mi sento meglio rispetto agli anni passati, mi sono allenato meglio, anche se finora ho raccolto poco in questa stagione, ma questo è l’evento più importante e qui ho due chance”. Si comincia dalla 20 chilometri nella quale è campione olimpico in carica, poi la 35 km dove difenderà il titolo mondiale vinto l’anno scorso: “Mi focalizzo molto sulla ‘venti’ che è la distanza olimpica, un po’ più difficile tra le due, perché la concorrenza è alta”. Ma il pugliese non si nasconde: “Punto sicuramente all’oro”. Il piano-gara lo immagina così: “Mi aspetto una 20 km tattica, vista l’umidità che ho trovato stamani, e potrebbe andar bene in vista della 35 km ma sicuramente non mi risparmierò perché la ‘venti’ è più importante. Quest’anno c’è un livello altissimo, i più temibili sono i giapponesi, ma non solo, e in tanti possono arrivare al primo posto come al quindicesimo”.
Quasi terminato anche il countdown per Antonella Palmisano, in gara domenica mattina alle 7.15 per la 20 km di marcia. Il primo ricordo va alle Olimpiadi di Tokyo: “Quel giorno ai Giochi è stato bellissimo, ma gli ultimi due anni non sono stati facili, con più bassi che alti. Adesso la situazione è diventata gestibile, dopo l’intervento all’anca e con un percorso di infiltrazioni. Gli ultimi due mesi sono stati intensi, mi trovo qui non per partecipare ma per esserci nel migliore dei modi”.
Poi i campioni olimpici azzurri si divertono a farsi domande l’uno all’altro.
Palmisano a Stano: Riuscirai a farci divertire in gara anche stavolta? “La prima parte della stagione non è andata benissimo – replica l’azzurro – ero mentalmente decentrato, poi sono riuscito a riprendere il focus sugli obiettivi (e qui la voce si rompe per l’emozione, ndr) e voglio aprire le danze come si deve”.
Tamberi a Jacobs: “Il primo turno servirà come test a pieno regime del motore o potresti limitarti per mantenere energie?” “Credo che scenderò in pista per dare il 110 per cento di me stesso. Poi ci saranno altri due turni il giorno dopo, ma credo sia fondamentale cercare di capire il mio stato di forma. Ma dipenderà anche dal tipo di gara: se mi troverò davanti, potrei anche non spingere fino in fondo e lo scopriremo”.
Stano a Palmisano: “Come pensi di reagire a eventuali strategie delle avversarie?”, e il riferimento è in particolare alla peruviana Kimberly Garcia, doppia campionessa mondiale in carica. “Tutti gli allenamenti li ho preparati così – le parole dell’olimpionica – con il lato B di Stano davanti a me, immaginando che fosse quello di una mia rivale. Una volta ci sono riuscita ad arrivare davanti a lui, sulle scale a Roccaraso in raduno, ed è stata una soddisfazione, per la prima volta davanti a un uomo… A parte gli scherzi, sono una che non fa strategie e consapevole che a 32 anni bisogna far fare agli altri, ma quando ci sarà l’attacco voglio essere lì, stringendo i denti per provare a sorridere poi al traguardo”.
Jacobs a Tamberi: “Ho visto sui social che provi sempre a tirare fuori il meglio di te in allenamento, con sfide sempre al limite con il tuo team”. “Sì, nella clausola del contratto – ride Gimbo – c’è scritto che devono diventare più grossi… In realtà tutti si allenano, la differenza può farla solo come ci alleniamo. Una cosa che mi contraddistingue, fin dall’inizio della mia carriera, è quella di allenarmi al massimo dell’intensità, tirando fuori tutto quello che ho, perché poi altrimenti in gara ci si trova in difficoltà se non si sa dove attingere. La sfida prima di tutto è con me stesso, sono io il primo giudice delle mie gare, mi deludo e mi sorprendo da solo”.