In Diamond League, nella prima gara dopo il trionfo iridato, il campione del mondo salta la misura alla terza prova. Vince Barshim a 2,35. Nel triplo settima Derkach con 14,18
Alla prima gara dopo l’oro mondiale Gianmarco Tamberi supera 2,28 ed è quarto nell’alto a Zurigo in Diamond League. Come nella qualificazione iridata, anche stavolta il capitano azzurro riesce a saltare la misura al terzo tentativo, nonostante la stanchezza a nove giorni dal trionfo di Budapest dove con 2,36 ha raggiunto il suo obiettivo stagionale completando il Grande Slam di titoli. In precedenza 2,24 alla seconda prova nel prestigioso meeting svizzero, dopo aver iniziato con 2,15 e 2,20, poi due nulli a 2,31 e l’errore conclusivo a 2,33 per il campione olimpico, del mondo ed europeo in carica. A vincere con 2,35 è il qatarino Mutaz Barshim, bronzo ai Mondiali e amico prima che avversario di Tamberi con cui ha condiviso l’oro a cinque cerchi, davanti al 2,33 del neozelandese Hamish Kerr, rimasto fuori dalla finale di Budapest, e al 2,31 del coreano Woo Sang-hyeok.
LA GARA – La serata dell’anconetano delle Fiamme Oro, in pedana con la barba intera, comincia senza errori a 2,15 e 2,20. Solo due atleti saltano 2,24 alla prima prova, il coreano Woo Sang-hyeok e il giapponese Ryoichi Akamatsu, mentre Tamberi alla seconda come tre rivali: Barshim, il neozelandese Hamish Kerr e lo statunitense Shelby McEwen. Con l’asticella che sale a 2,28 è Mutaz Barshim l’unico a superarla al primo tentativo, Kerr al secondo. Quando si va al terzo e ultimo appello, ci riesce Woo. Subito dopo risponde Gimbo, con margine, trovando il meglio di sé ancora una volta nel momento del ‘dentro o fuori’ e acclamato dagli spettatori del meeting svizzero dove ha vinto nelle ultime due edizioni. Stesso copione a 2,31 con Barshim subito a segno, Kerr al secondo colpo e Woo con il terzo. A questo punto Tamberi decide di riservarsi l’ultima cartuccia a 2,33 dove Barshim e Kerr piazzano il salto giusto alla prima, niente da fare per il campione mondiale che si gode comunque l’applauso della folla. È un assolo di Barshim, che fa anche 2,35 alla prima e si prende il successo. Ma è una festa con Tamberi a entusiasmare il pubblico come sempre: ad esempio quando si diverte a fare gli esercizi per gli addominali insieme alla mascotte del meeting… Si chiude con due ‘X’ di Barshim a 2,37 e l’ultimo errore a 2,40.
PARLA TAMBERI – “È andata anche meglio di quanto pensassi – commenta Tamberi – perché ero stanchissimo, negli ultimi giorni ho faticato a recuperare le energie, e temevo una figuraccia. Avevo paura di non fare neppure 2,20, invece ho saltato 2,28 con le unghie e con i denti, poi ero molto vicino a 2,31 con l’asticella che è caduta di un nulla. Sono contento di aver visto il pubblico divertirsi, uno spettacolo anche stasera e una bellissima gara. Gli altri tre hanno saltato più che ai Mondiali, io preferisco il contrario! Chi non ha vinto ha voglia di rifarsi ed è il bello dello sport, ma per me è quasi meglio chiudere con una sconfitta, così si ha più fame per l’anno prossimo. Qui ho provato una nuova scarpa, in vista della stagione olimpica, però non potevo chiedere a me stesso le motivazioni per vincere una gara che non può avere la stessa importanza dei Mondiali. Ora devo valutare se confermare la gara di lunedì a Bellinzona, sicuramente non andrò quest’anno alla finale della Diamond League a Eugene e ho già in testa i Giochi di Parigi”.
DERKACH E CESTONARO – Nel triplo le due azzurre finaliste ai Mondiali si ripetono sopra i quattordici metri. La migliore tra loro è di nuovo Dariya Derkach (Aeronautica): settimo posto della vicecampionessa europea indoor, a pochi giorni dall’ottavo posto iridato, con 14,18 (+0.3) al quarto salto dopo essere rimasta in gara atterrando a 14,12 (+0.1) con il terzo tentativo che seguiva due nulli. Chiude in ottava posizione invece Ottavia Cestonaro (Carabinieri) con 14,11 (+0.2), nella sua serie anche un doppio 14,06. Vince la campionessa olimpica e mondiale Yulimar Rojas: 15,15 (+0.2) al quarto ingresso in pedana per la cavalletta venezuelana che replica la stessa misura all’ultimo turno, davanti alla giamaicana Shanieka Ricketts (14,78/+0.6) e alla cubana Liadagmis Povea (14,73/+0.2). Al maschile il campione europeo under 20 Mattia Furlani (Fiamme Oro) non fa meglio di 7,53 (-0.7) all’ultima gara della stagione per il decimo posto nel lungo del greco Miltiadis Tentoglou che salta 8,20 (-0.5). È una serata fresca a Zurigo, con 17 gradi di temperatura, dopo il caldo della capitale ungherese.
400: RE 45.49 – Si piazza secondo il primatista italiano Davide Re (Fiamme Gialle) in 45.49 nella gara dei 400 metri inserita nel pre-programme. L’azzurro, semifinalista ai Mondiali di Budapest dove è tornato a ridosso dei 45 secondi con 45.07 in batteria, viene preceduto soltanto dal 45.28 del norvegese Havard Ingvaldsen, sesto alla rassegna iridata. Alle spalle del ligure, alcuni dei migliori specialisti europei come il belga Dylan Borlée (45.67), lo svizzero Lionel Spitz (45.83) e l’olandese Liemarvin Bonevacia (46.25). È quinto nei 110 ostacoli Lorenzo Simonelli (Esercito) che colpisce l’ultima barriera e si sbilancia, ma l’argento europeo under 23 riesce comunque a finire in 13.60 (-0.1) nella gara dominata dallo svizzero Jason Joseph con il record nazionale di 13.08.
LYLES OK, 400HS A MCMASTER – Deve impegnarsi fino al traguardo Noah Lyles (Usa), tre volte d’oro ai Mondiali, per mantenere l’imbattibilità che dura da due anni nei 200 metri con 19.80 (-0.5) ancora davanti a Erriyon Knighton (19.87) e al britannico Zharnel Hughes (19.94). Sorpresa nei 400 ostacoli. L’argento mondiale Kyron McMaster (Isole Vergini Britanniche) infligge il primo ko stagionale al fenomeno norvegese Karsten Warholm: 47.27 contro 47.30 per invertire l’ordine di arrivo della finale iridata della scorsa settimana a Budapest, terzo il brasiliano Alison dos Santos (47.62). Nell’asta 6,00 vincente del fuoriclasse svedese Armand Duplantis, prima di tre nulli al 6,23 del record mondiale, con 5,95 per Sam Kendricks (Usa) che era assente a Budapest. Prevale con facilità Sha’Carri Richardson in 10.88 (-0.2) nei 100 metri. La campionessa del mondo corre in scioltezza, di fronte a un parterre che non comprende le altre sprinter top dell’anno: battute Natasha Morrison e l’olimpionica Elaine Thompson-Herah, 11.00 per entrambe le giamaicane. Senza rivali anche la padrona dei 200 metri Shericka Jackson in 21.82 (-0.8) con un vantaggio della ‘jam’ di oltre quattro decimi sulla britannica Daryll Neita, 22.25. Al fotofinish i 1500 con lo statunitense Yared Nuguse in 3:30.49 nei confronti dell’iridato Josh Kerr, 3:30.51, mentre è netta l’affermazione dell’altra scozzese Laura Muir negli 800 con 1:57.71 e dell’etiope Yomif Kejelcha in 12:46.91 sui 5000 metri. Duello spalla a spalla tra le prime due dei Mondiali nei 3000 siepi, ma primeggia ancora Winfred Yavi (Bahrain, 9:03.19) su Beatrice Chepkoech (9:03.70), terza la connazionale keniana Faith Cherotich (9:07.59) e si migliora l’albanese campionessa europea Luiza Gega in 9:09.64. Anche nei 100 ostacoli conferma dell’iridata giamaicana Danielle Williams in 12.54 (-0.2). Sconfitta di misura per l’indiano Neeraj Chopra: il campione olimpico e mondiale del giavellotto con 85,71 finisce dietro al ceco Jakub Vadlejch, autore di un lancio a 85,86.