Tadej Pogacar famelico e imbattibile alla sua maniera. Ha lasciato il gruppo dei big in largo anticipo e confezionato il capolavoro aggiudicandosi il titolo mondiale tra i professionisti, il primo in assoluto per la Slovenia in una competizione iridata e sempre più nella leggenda per aver vinto Giro d’Italia, Tour de France e Mondiale nello stesso anno come fecero il belga Eddy Merckx nel 1974 e l’irlandese Stephen Roche nel 1987.
In Svizzera, sono stati 195 corridori di 57 nazioni a prendere il via da Winterthur per compiere un tratto iniziale in linea e successivamente i 7 giri di 27 chilometri cadauno attorno Zurigo, mettendo nelle gambe 273,9 chilometri di gara con 4.470 metri di dislivello.
A portar via inizialmente la fuga, dopo una quarantina di chilometri dalla partenza, i battistrada Tobias Foss (Norvegia), Nelson Oliveira (Portogallo), Luc Wirtgen (Lussemburgo), Piotr Pekala (Polonia), Silvan Dillier (Svizzera) e Simon Geschke (Germania) che hanno avuto un vantaggio massimo di 4 minuti. Dal gruppo dei big a causa di una caduta hanno dovuto abbandonare la corsa il portoghese Joao Almeida, lo spagnolo Pello Bilbao e il francese Julian Alaphilippe (già campione del mondo nel biennio 2020-2021).
Unendosi in un successivo attacco di sedici corridori comprendente anche il nostro azzurro Mattia Cattaneo, il grande favorito Pogacar ha rotto gli indugi a un centinaio di chilometri dall’arrivo trascinandosi dietro Pavel Sivakov (Francia) che figurava nel drappello dei sedici.
Sivakov non ce l’ha fatta a tenere il ritmo di Pogacar a poco più di 50 chilometri all’arrivo. Via libera alla cavalcata trionfale dello sloveno per la conquista definitiva del titolo iridato con un vantaggio che si è mantenuto costante intorno ai 40 secondi.
Dietro Pogacar, il drappello degli inseguitori era in lotta per le altre due medaglie in palio e nel finale di gara l’australiano Ben O’Connor ne ha approfittato per guadagnare quel margine sufficiente per mettersi al collo la medaglia d’argento (a 34”). Alle sue spalle l’olandese e campione del mondo uscente Mathieu Van der Poel (a 58”) ha regolato il gruppetto in cui facevano parte anche il belga Remco Evenepoel (quinto), a sua volta fresco del titolo iridato a cronometro e bi-campione olimpico strada-crono a Parigi 2024. Sesta posizione per lo svizzero Marc Hirschi molto acclamato dal pubblico amico.
Il Mondiale di Zurigo corona una stagione trionfale per Pogačar, ottenendo la 21°perla dell’anno 2024 con Giro, Tour, Liegi-Bastogne-Liegi e Strade Bianche tra le vittorie di spicco: “Di sicuro volevo questo titolo iridato dopo tanti anni a lottare per il Tour de France e altre corse prestigiose. Vincere il Mondiale era un grande obiettivo e non posso credere che si sia potuto realizzare. Devo ringraziare tutta la squadra, senza di loro non sarebbe stato possibile mettere a frutto questa impresa con la maglia della nazionale del mio paese”.
A parte la fuga di Cattaneo (63°) nella fase centrale della corsa che anticipato il Pogacar show, ci si aspettava molto di più dagli azzurri diretti dal commissario tecnico Daniele Bennati, fuori dai primi dieci. Il migliore è stato Giulio Ciccone (25° a 6’36”), al traguardo con diversi distacchi anche Lorenzo Rota (43°), Edoardo Zambanini (45°), Diego Ulissi (48°), Filippo Zana (66°), Antonio Tiberi (69°), ritirato Andrea Bagioli.
L’Italia può consolarsi con cinque luccicanti medaglie nelle altre categorie in questa rassegna iridata di Zurigo 2024 a cominciare dalla medaglia d’oro di Lorenzo Mark Finn tra gli juniores uomini (prova in linea), il bronzo di Elisa Longo Borghini tra le donne élite (gara in linea), l’argento di Filippo Ganna e il bronzo di Edoardo Affini nella cronometro élite e l’altro argento nella cronometro a staffetta con Ganna, Affini, Cattaneo, Longo Borghini, Gaia Realini e Soraya Paladin.
ORDINE D’ARRIVO MONDIALI UOMINI ELITE IN LINEA
1° Tadej Pogacar (Slovenia) 273,9 chilometri in 6.27’30” media 42,410 km/h
2° Ben O’Connor (Australia) a 34”
3° Mathieu Van der Poel (Olanda) a 58”
4° Toms Skujins (Lettonia)
5° Remco Evenepoel (Belgio)
6° Marc Hirschi (Svizzera)
7° Ben Healy (Irlanda) a 1’00”
8° Enric Mas (Spagna) a 1’01”
9° Quinn Simmons (Stati Uniti) a 2’18
10° Romain Bardet (Francia)
11° Roger Adrià (Spagna)
12° Bauke Mollema (Olanda)
13° Mads Pedersen (Danimarca)
18° Jai Hindley (Australia) a 3’52”
25° Giulio Ciccone (Italia) a 6’36”
26° Juan Ayuso (Spagna)
30° Adam Yates (Gran Bretagna)
37° Stefan Küng (Svizzera) a 7’01”
43° Lorenzo Rota (Italia) a 12’09”
45° Edoardo Zambanini (Italia)
48° Diego Ulissi (Italia)
57° Tom Pidcock (Gran Bretagna)
63° Mattia Cattaneo (Italia)
64° Primoz Roglic (Slovenia)
66° Filippo Zana (Italia)
68° Simon Yates (Gran Bretagna)
69° Antonio Tiberi (Italia) a 17’39”
Credit fotografico Sprint Cycling Agency
A cura di Luca Alò