Sophie Hinners, prima donna a vincere il Gran Premio di Verona

La 23ª edizione di Jumping Verona si è conclusa nel segno della Germania. L’attesissimo Premio n. 7 Longines FEI Jumping World Cup™ presented by KASK (Gran Premio; h 1,60; 200.000 €), gara clou dello CSI5*-W che è unica tappa italiana della Coppa del Mondo di salto ostacoli, ha visto infatti il trionfo della 26enne Sophie Hinners (37”91, su Iron Dames my Prins), con il connazionale Marcus Ehning (38”36, su Coolio 42) al terzo posto.

Sophie Hinners e Iron Dames my Prins – ph. JV/S.Grasso

Tra i due si è inseritoil britannico Ben Maher (38”23, su Point Break): una scivolata nella girata dopo il salto della gabbia nel barrage decisivo, gli ha fatto perdere preziosi centesimi che gli sono costati la vittoria e quindi li bis dopo aver vinto il GP nel 2023 con Dallas Vegas Batilly.

Solo in cinque sono stati promossi al giro decisivo, dopo che quello base era stato particolarmente impegnativo, con ben cinque ritirati tra i primi sette concorrenti (alla fine sono stati un tutto sette). Diciassette i binomi – tra i quali quattro italiani – che hanno chiuso con quattro penalità, mentre la più giovane in campo, l’elvetica Géraldine Straumann è rimasta fuori dal barrage per 2 penalità sul tempo. Tra gli italiani il miglior piazzamento è stato il 16º posto di Lorenzo De Luca (4 penalità, su Curcuma Il Palazzetto).

FIERACAVALLI: IL BILANCIO DEL PRESIDENTE BRICOLO E DEL D.G. REBUGHINI

Dopo la conferenza stampa dei protagonisti del Longines FEI Jumping World Cup™ presented by KASK, gara clou dello CSI5*-W al cedntro del programma agonistico del 23º Jumping Verona, ci sono stati anche gli interventi di Federico Bricolo e Adolfo Rebughini, rispettivamente presidente e direttore generale di Veronafiere, a bilancio e commento della 126ª edizione di Fieracavalli, la più importante manifestazione equestre in Europa..

«Questo importante traguardo è il riconoscimento di un impegno collettivo e del lavoro di un’intera squadra che ha unito passione e professionalità – ha dichiarato Bricolo – Con Fieracavalli proseguiamo l’obiettivo di sostenere una filiera che oggi rappresenta un valore economico nazionale superiore a 3 miliardi di euro, promuovendo al contempo valori legati a sport, inclusione e partecipazione. Un ringraziamento particolare va alle istituzioni intervenute in questi giorni, ai ministri Lollobrigida, Locatelli e Abodi, e ai sottosegretari La Pietra e Rauti, ma anche a Agenzia ICE, a FEI e FISE, alla Regione Veneto e al Comune di Verona, in rete con le imprese del territorio, e a tutti gli appassionati, che da 126 edizioni costituiscono l’anima di Fieracavalli. Parlando di numeri, abbiamo raggiunto la quota di 140.000 tra spettatori e operatori, siamo passati da 63 a 70 nazioni di provenienza per gli espositori, con 2.200 cavalli di 60 razze diverse»

Per Rebughini è stata la prima, entusiastica esperienza a Fieracavalli da d.g di Veronafiere
«Sono un uomo di numeri, ma è stato particolarmente emozionante respirare questo clima di passione che accompagna in ogni momento l’intera rassegna: non è così comune, riscontrarlo in una manifestazione di questa portata. Con Fieracavalli siamo custodi di una passione equestre che continua ad evolvere, così come il format della manifestazione che costituisce uno dei brand di riferimento nel portafoglio di Veronafiere. I dati di affluenza ci hanno restituito la fotografia di un mondo attivo, che cresce in termini di appassionati e fruitori che considerano l’appuntamento con Fieracavalli come momento chiave in cui la community si riconnette, per incontrare colleghi, fare business e godere dello spettacolo sportivo, e non solo, che il cavallo è in grado di regalare».

HINNERS ISPIRATA DAL FIDANZATO VOGEL NEL SEGNO DELLE ‘IRON DAMES’

Sophie Hinners è la prima donna a inserire il suo nome nell’albo d’oro del GP veronese: prima di lei avevano solo sfiorato il successo altre due tedesche, Meredith Michaels Beerbaum nel 2010 e Kendra Claricia Brinkop nel 2021.

«Sono felicissima, il mio Principe (è questa la traduzione di “my Prins” dal tedesco – ndr) oggi è stato incredibile. Lo monto in gara solo da metà luglio: è incredibile che la nostra prima vittoria sia arrivata dopo il primo barrage disputato insieme, peraltro dopo un percorso base molto difficile. Prima faceva coppia con David Will, che è un prezioso compagno di team: mi ha dato i consigli giusti fin da principio e anche oggi lo ha fatto prima del barrage. My Prins è un cavallo grande ma salta così bene che con lui tutto diventa semplice».
Un’altra ispirazione importante è arrivata a Sophie dal fidanzato Richard Vogel: «Lui ha vinto il GP di Coppa la scorsa settimana a Lione, il suo successo mi ha motivato tanto e ho cercato in tutti i modi di emularlo. È una gioia ulteriore, esserci riuscita».
Il pensiero conclusivo della Hinners va a ‘Iron Dames’, il progetto tutto al femminile avviato nel 2018 dalla imprenditrice svizzera Deborah Mayer, con ingenti investimenti negli sport equestri, ma anche nelle gare automobilistiche: «Siamo venti donne di… acciaio nelle varie discipline, quello di Iron Dames è un grande e prezioso sostegno alle nostre carriere».

Maher: quella scivolata mi è costata la vittoria
Vincitore un anno fa con Dallas Vegas Batilly, per pochissimo (32/100) il britannico Ben Maher non è riuscito a diventare il primo cavaliere a conquistare per due volte di fila il GP veronese: «Quella scivolata dopo la gabbia, nel barrage, mi è costata il successo. Io e Point Break siamo stati bravi e rapidi a ritrovare l’azione giusta, ma ci abbiamo rimesso un mezzo secondo o poco meno. Peccato, stavolta è andata così… In ogni caso Point Break si è comportato benissimo, in carriera ha disputato pochi barrage di questo livello».

LA SCHNIEPER SUPERSONICA NEL PREMIO N. 6 BY SERGIO GRASSO

Il programma internazionale dell’ultima giornata del 23º Jumping Verona si è aperto con il Premio n. 6 presented by Sergio Grasso (cat. a punti con Joker; h 1,45; 28.200 €).
A sorpresa, con un tempo stratosferico, la vittoria è andata alla 42enne svizzera Barbara Schnieper: con Judy KM è andata in campo per settima e successivamente nessuno, tra i 14 netti con il massimo dei punti, ha migliorato il suo 43”57. Neppure lei stessa, che pure verso la fine della gara era tornata in campo con Toronto Raptor (sono stati 11 i concorrenti che hanno gareggiato con due cavalli).

La vincitrice, addirittura alla sua prima partecipazione a Jumping Verona, ha “ringraziato” la sua Judy, una baia di 14 anni allevata in Svizzera: «È sicuramente la più veloce dei miei cavalli, la più adatta a questo tipo di gare. L’ho presa quando aveva 5 anni e ha gareggiato con me nel 2016 e nel 2017. Successivamente ha avuto altri cavalieri, ma dal febbraio 2021 è tornata con me e da allora è progressivamente migliorata, vincendo gare 3* e 4* e infine per la prima volta in 5* a San Gallo, nel maggio scorso. Qui a Verona Judy è stata fantastica, non pensavo che il nostro tempo fosse così difficile da battere».

Il podio è stato completato dallo spagnolo Edoardo Alzarez Aznar (44”48, con D’Orient Batilly) e dalla tedesca Sophie Hinners (45”29, con Nuraya 3). Il migliore degli italiani è stato Lorenzo De Luca, quinto con Carlson 86 (46”63). Percorso netto con il massimo dei punti anche per Filippo Bassan, nono con Cerruti de Kreisker (49”36) e Filippo Bologni, tredicesimo con C-Willie (55”52).

Jumping Verona Press Office EQUI-EQUIPE by Caterina Vagnozzi

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