Ciclismo> Cetona e Chiusi prima del traguardo finale della Granfondo Chianciano Terme-Fortunato Baliani

Cresce l’entusiasmo attorno alla Granfondo Chianciano-Fortunato Baliani, un appuntamento che negli anni ha saputo diventare importante punto di riferimento del ciclismo amatoriale del Centro Italia. Un momento davvero significativo, di sport e promozione del territorio per proporre ormai da quindici edizioni questa manifestazione per merito di un gruppo di lavoro facente capo alla Mtb Chianciano Asd che lavora in un’ottica di alto livello e di sicura qualità per la riuscita della manifestazione.
L’evento granfondistico rientra nel Grand Tour Terre di Siena, nel Master Club Circuito Tricolore ed assegna i titoli regionali FCI Toscana della granfondo e della mediofondo con la possibilità per i tantissimi ciclomaster attesi nella città termale di scegliere tra il lungo di 142 chilometri e il medio di 108 chilometri.
Nella parte finale del percorso a 30 chilometri dall’arrivo, situata alle pendici del monte omonimo, Cetona conserva la caratteristica struttura degli insediamenti medievali, i vicoli e stradine che si snodano a spirale nel borgo per culminare nella Rocca. Da visitare l’insediamento preistorico di Belverde, vecchio di 40000 anni. Interessante il Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona, con reperti che vanno dal paleolitico fino all’età del bronzo.
Il Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona documenta le varie fasi del popolamento umano nel territorio che gravita intorno al Monte Cetona, a partire dal Paleolitico fino alla fine dell’Età del Bronzo. La documentazione archeologica è preceduta da una esposizione nella quale è illustrata l’evoluzione paesaggistica dell’area sulla base delle evidenze geologiche e paleontologiche. Le vicende preistoriche del territorio iniziano nel Paleolitico medio: l’uomo di Neanderthal ha abitato alcune grotte del territorio di Cetona, lasciando come traccia del suo passaggio strumenti di pietra scheggiata e resti degli animali cacciati. Dopo una sporadica frequentazione durante il Neolitico e l’Età del Rame, si registra un intenso popolamento nel corso del II millennio a.C., soprattutto a Belverde, sul fianco orientale della montagna, dove l’uomo ha eretto capanne, abitato i ripari sotto roccia, seppellito i propri morti. Di questa fase ci resta una ricca documentazione archeologica che costituisce il nucleo principale del museo.
Il percorso si conclude con uno spazio riservato a esposizioni temporanee. Strettamente collegato al museo è il Parco Archeologico Naturalistico di Belverde: è possibile visitare alcune delle cavità che si aprono nel travertino, adeguatamente illuminate e attrezzate quali la grotta di San Francesco, gli antri della Noce e del Poggetto. L’area del parco è caratterizzata dalla presenza di consorzi vegetali che mostrano scarsi segni di intervento antropico: una sorta di oasi in cui l’elemento storico-archeologico e quello naturalistico sono intimamente legati.
Chiusi è considerata dalle fonti latine una delle più antiche città etrusche: lo storico Servio afferma che fu fondata dall’eroe Cluso, figlio del principe lidio Tirreno, che secondo Erodoto guidò la migrazione all’origine della nazione etrusca, o di Telemaco, figlio di Ulisse.
Chiusi divenne una delle principali città della dodecapoli etrusca nell’avanzato VI secolo a.C., periodo in cui si realizzarono i primi contatti con Roma. Alla fine del VI secolo a.C. risale l’impresa del lucumone chiusino Porsenna, che assediò Roma e probabilmente la conquistò. La ricchezza di Chiusi era soprattutto legata alla fertilità del suolo di natura alluvionale ed alla sua posizione strategica lungo un’importantissima arteria commerciale: risalendo il Tevere attraverso la Chiana, che a quell’epoca era navigabile e sfociava nel Tevere, ci si immetteva nel Valdarno.
Nel III sec. a.C. la città fu progressivamente assorbita nell’egemonia romana. Durante il II secolo fu profondamente coinvolta nella questione sociale, che sconvolse tutta l’Etruria centro-settentrionale, partecipando in notevole misura al fenomeno della liberazione dei servi. Dopo essere stata occupata dai Goti nel 540 d. C., Chiusi divenne sede di un ducato longobardo, documentato fino al 776. Dall’ XI secolo il potere della città rimase saldamente nelle mani del suo vescovo, ma già nel secolo successivo dovette sottostare alle influenze prima orvietane e poi senesi. In questo periodo avvenne il consolidamento del comune di Chiusi ed il suo inglobamento nello Stato di Siena.
Nel centro storico, partendo da piazza del Duomo, cuore monumentale di Chiusi, ed incamminandosi per via Porsenna, l’antico decumano della città, si incontrano i seguenti palazzi nobiliari: Palazzo Baldetti, il Palazzo Della Ciaia, dalla caratteristica torre con archi gotici, il palazzo Nardi e il palazzo Turrini – Betti di stile cinquecentesco.
I luoghi che gli Etruschi riservarono ai loro morti occupano le colline che fanno da cintura all’attuale abitato. Qui, nelle campagne coltivate e nei boschi, nel corso dei secoli e soprattutto nell’Ottocento, furono riportate alla luce oltre un migliaio di tombe.
Le iscrizioni on-line chiuderanno venerdì 1 luglio, in seguito sarà possibile iscriversi solo presso la segreteria del comitato organizzatore situata nell’area manifestazione di Parco Fucoli a Chianciano Terme dalle ore 15:00 alle 20:00 di sabato 2 luglio e dalle ore 6:30 alle ore 7:30 di domenica 3 luglio.
Tutte le informazioni complete sulla Granfondo Città di Chianciano Terme-Fortunato Baliani sono consultabili al link http://www.chianciano.com/granfondo/

Luca Alò