Ciclismo> Alessandro Marsilii racconta il Tour delle Tre Nazioni in bici tra Italia, Austria e Svizzera

Quando la bicicletta ti mette davanti il sapore e il gusto della sfida contro te stesso: è questo il leit-motif dell’impresa personale compiuta nella scorsa estate da Alessandro Marsilii, presidente e atleta della Vibrata Bike che ha denominato Tour delle Tre Nazioni il viaggio sui pedali compiuto tra Italia, Austria e Svizzera in otto giorni con un dislivello totale di 10000 metri e 2594 chilometri nelle gambe.
L’amore e la passione per la bicicletta lo hanno portato al compimento di questa sfida senza ammiraglia al seguito ma tutto fai da te senza lasciare nulla al caso: lo stretto necessario per affrontare giornalmente i tanti chilometri che lo attendevano tappa dopo tappa organizzandosi nei vari alberghi per il cambio giornaliero preventivamente spedito nelle sedi di arrivo e partenza.
Con un trascorso da cicloamatore che lo ha visto piazzarsi settimo alla Granfondo del Conero e 19°assoluto nel medio della Nove Colli, Alessandro Marsilii si è dedicato allo spirito avventuriero in bicicletta ed è passato dalla veste di atleta ad ultracycler partendo dalla sua Floriano di Campli a Rimini (214 km), da Rimini fino a Peschiera del Garda (247 km), da Peschiera del Garda a Merano (170 km) con i capricci delle condizioni metereologiche tra il caldo afoso e le grandinate.
Le montagne del Nord Italia sono state l’essenza della sua impresa con la scalata al Passo dello Stelvio incontrando la neve, modificando forzatamente il tragitto nella tappa successiva di 245 chilometri fino a Lecco dove ha avuto a che fare con 3400 metri di dislivello nelle proprie gambe valicando il Passo Resia per entrare in Austria e poi Nauders, NorbertShohe, l’ingresso in Svizzera nella valle engadina passando per Saint Moritz e Malojapass fino a rientrare sul suolo italiano.
La discesa verso casa con la Lecco-Modena (207 km), la Modena-Rimini (152 km) e la Rimini-Floriano di Campli (214 km) è stata il coronamento di un’esperienza indimenticabile in tutto e per tutto dove il coraggio e la determinazione nel portare a termine la sua ultra-fatica personale sono state più forte delle avversità di ogni tipo incontrate lungo la strada.
La sua è stata non solo l’impresa che ha consacrato il suo grande gesto sportivo personale ma anche un viaggio di scoperta dei luoghi attraversati in solitaria e in completa autonomia: “Ringrazio la new fashion sport di Sant’Egidio alla Vibrata per la fornitura delle divise, il Caffè Imperial di Mirko Rocchetti e di Vittorio Guerino per il sostegno morale, e la mia fidanzata Valentina Marrone. La mia prossima sfida sarà in Norvegia fino a Capo Nord ma vorrei presto testarmi in una ultramaratona vera come quella delle Dolomiti che rimane il mio pallino. Che dire, quello che ho fatto sul lato sportivo e strettamente personale rimarrà indelebile nella mia bacheca da ciclista”.

Luca Alò