Calcio> Totti Soccer School; Guido Nanni e l’area portieri

“Vi racconto il nostro lavoro”

Il responsabile della Totti Soccer School a 360° sul ruolo dei numeri 1

Con Guido Nanni, responsabile dell’area portieri della Totti Soccer School, ci avventuriamo nel mondo degli estremi difensori. Un ruolo delicato, particolare: “Già il fatto che si ha una maglia diversa rispetto agli altri dieci giocatori è emblematico – esordisce l’ex preparatore della Roma, che poi prosegue – Il cambiamento di questo negli ultimi anni è evidente. Prima il portiere usava quasi esclusivamente le mani, ora il 70% del possesso è con i piedi. Nonostante ciò, io continuo a dire che i portieri, in quanto tali, parano con le mani per evitare gol. Poi ovviamente bisogna anche adattarsi, e per questo ci siamo allineati lavorando sul gioco con i piedi. Alla Totti Soccer School mi occupo di scegliere i portieri e chi li allena, fornisco le linee guida degli allenamenti. Così si articola il mio lavoro. Si tratta di un’attività di coordinamento, più che di effettivo allenamento sul campo. Quale rapporto deve intercorrere tra preparatori dei portieri e allenatori? Bella domanda. Ci dovrebbe essere un confronto continuo e la scelta del titolare credo debba spettare a chi vive i ragazzi quotidianamente”. Il responsabile si è poi concentrato sull’aspetto mentale: “Testa e tranquillità contano molto. Poi chiaramente contano anche le doti tecniche, fisiche e atletiche, tutte le componenti sono imprescindibili, ma un portiere senza la giusta mentalità difficilmente riesce ad affermarsi. Quello che dico sempre ai ragazzi è di isolarsi completamente dal mondo esterno, giocare una partita dentro la partita. È necessario che siano totalmente concentrati sul campo, tifosi o genitori non esistono”. Facendo riferimento alla sua esperienza passata come preparatore dei portieri della Roma, Guido Nanni ha parlato riguardo la differenza tra professionismo e dilettantismo: “Sono due lavori completamente diversi. Con i grandi portieri si fa un lavoro più di qualità che di quantità. Figure del calibro di Stekelenburg, Szczęsny, De Sanctis non devono imparare a parare, anche se possono avere dei difetti e su quelli si lavora, ma l’allenamento è di qualità. Con i giovani si insegna totalmente lo stare in porta a livello tattico e tecnico iniziando da zero. Si lavora su parata specifica, tuffo, uscite alte e basse, uscita a contrasto. La cosa bella è il vedere che dopo alcuni mesi facciano miglioramenti importanti”. Guido Nanni ha infine concluso parlando dell’errore e come questo dovrebbe essere affrontato, a maggior ragione con chi ricopre un delicato ruolo come il portiere: “Non si dovrebbe mai parlare di ‘papere’. Tutti sbagliano e l’errore di un attaccante sotto porta non è di minore importanza rispetto a quello di un portiere. Ed un portiere che sbaglia non dovrebbe essere mai sostituito, l’aspetto mentale conta moltissimo e bisogna curarsene. Non è un caso se per conseguire il tesserino da allenatore UEFA B una delle prime materie studiate sia la psicologia”. Il 30 ottobre, tra le altre cose, nel centro sportivo della Totti Soccer School si terrà uno stage dedicato ai portieri per chiunque avesse il piacere di parteciparvi: “D’altronde la scuola di portieri italiana è la migliore al mondo. Bisogna continuare su questa strada”.

Ufficio Stampa Totti Soccer School