L’insanabile questione del Tre Fontane

La Rugby e Altro, a nome anche della Rugby Roma 2000 e dei Cavalieri, tiene a precisare che quanto affermato nel testo di Eduardo Lubrano, pubblicato il giorno 8 novembre sul sito Repubblica.it ,  non risulta essere veritiero soprattutto dove si dice che:”… alla riunione davanti al notaio i rappresentanti di Rugby e Altro (più come sopra RR 2000 e Cavalieri) non si sono presentati…”: in quanto ‘nessuno li ha mai invitati a comparire per accordarsi con la Nuova Rugby Roma, davanti ad un notaio’. 

Altra inesattezza risulta, nel suesposto scritto, quando si fa riferimento a due società, quando sono quattro le entità a cui la Coni Servizi,in data 5 ottobre scorso,  ha affidato congiuntamente la gestione dell’impianto sportivo “Tre Fontane Esedra Destra” e precisamente “Rugby e Altro”, “Nuova Rugby Roma”, “Rugby Roma 2000”, “I Cavalieri”.

Accordi successivi presi di fronte a Coni Servizi e Comune di Roma Capitale hanno impegnato le quattro società a formare una società sportiva dilettantistica a r.l. chiamata Rugby Roma che doveva essere rappresentata da tre soci di provenienza Nuova Rugby Roma e da tre soci espressione delle altre tre società con un presidente identificato di comune accordo nella persona di Gabriele Caccamo. Le quote societarie risultavano del 49% per i tre soci NRR, del 49% per i tre soci delle altre tre e del 2% per il Presidente.

Ricevuto e pubblicato su questo sito, perché essendo un collaboratore de la Repubblica, non posso disporre dello spazio del giornale e del sito internet a mio piacimento. Ma avevo un dovere di replica ai rappresentanti della Rugby e Altro e delle altre due società che l’accompagnano, Rugby Roma 2000 e Cavalieri. Ed approfitto per parlare a quelli della Nuova Rugby Roma che per primi mi hanno messo a parte della difficoltà sull’assegnazione dell’impianto. Ho scritto diversi pezzi sull’argomento, gli ultimi due sul sito di roma.repubblica.it che hanno avuto il potere di far arrabbiare sia la Coni servizi sia i rappresentanti delle tre società citate in apertura. Tutti devo dire mi hanno espresso le loro rimostranze in modo molto civile ed è per questo che approfitto di questo spazio su cui scrivo abitualmente per fare alcune domande ai protagonisti della vicenda, alla Nuova Rugby Roma ed ai rappresentanti delle tre società che concorrono insieme, perché alla Coni servizi non ho nulla da chiedere, conosco bene l’esasperazione per una situazione che credevano di aver chiuso due mesi fa e che oggi si trovano a dover sollecitare ancora con una lettera che certamente non fa felice nessuna delle due parti.

E non ho nulla da chiedere a Roma Capitale che ritengo altrettanto interessata a chiudere la faccenda nel più breve tempo possibile e con la soddisfazione di tutti: soprattutto di centinaia ragazzi che vogliono giocare a rugby. A questo devo aggiungere che ho saputo che la Rugby e Altro ha provveduto a sistemare i campi, a sistemare le perdite di acqua, a bonificare gli spogliatoi ed altre cose di manutenzione. Cose che però sapevo essere nelle intenzioni e nelle disponibilità della Nuova Rugby Roma già un mese fa. Prima di cominciare con le domande una precisazione importante: le informazione che ho ricevuto le ho tratte solo ed esclusivamente da persone direttamente interessate alla questione rugby-Tre Fontane e basta. Genitori, colleghi, dirigenti sportivi ed amministratori informati sui fatti. Nessun altro perché nessunaltro può darmi alcun tipo di informazione utile, secondo me.

Dunque le mie domande: perché questa storia non è ancora chiusa? Io non cerco responsabili o colpevoli sia chiaro, cerco ragioni, fatti non chiacchiere.

Se è vero che doveva esserci un appuntamento da un notaio per costituire la società ed avviare l’attività perché questo appuntamento non è stato onorato?

Franco Gargiulo individuato in un primo tempo come presidente in grado di garantire la solidità e l’equidistanza tra le diverse anime della costituenda società si è defilato subito mi dicono. Perché? Chi ha proposto Gabriele Caccamo (contro il quale sia chiaro non ho nulla) ma da una parte mi dicono che sono stati gli altri a proporlo e dall’altra mi dicono esattamente il contrario?

Com’è la storia delle cifre? La Nuova Rugby Roma asserisce di avere 250 ragazzi tesserati, la Rugby e Altro circa 300, la Rugby Roma 2000 di averne circa 400 (sulle cifre posso sbagliare di qualche decina ma conta poco). Non ho motivi di dubitare delle affermazioni di nessuno ma perché tutti si affannano a smentire le affermazioni degli altri? Il Comitato Regionale della Federazione Rugby può darmi una risposta? Magari scritta così finisce anche questa storia una volta per tutte.

Infine gestire un impianto come il Tre Fontane è impresa difficile e complicata come dimostra la storia dell’impianto (lasciamo stare gli ultimi anni ahimè devastati da un presidente che ha cercato di rovinare 81 anni di gloriosa storia della Rugby Roma, senza riuscirci grazie alla memoria storica di chi ci ha giocato e ne conserva la memoria): costa 500 mila euro all’anno oltre alla risorse umane necessarie a garatirne il funzionamento quotidiano. Chi è veramente in grado di affrontare un’impresa del genere dando un senso di continuità e di sicurezza?

Io capisco le ragioni e le aspirazioni di tutti, sono tutte legittime ma bisogna che su questa storia si metta un punto finale una volta per tutte, perché per adesso chi sta perdendo la partita sono solo i ragazzi di tutte e quattro le società.

Eduardo Lubrano