La Dea bendata aiuta l’Acea Roma

Per descrivere come l’Acea Roma ha vinto la partita con la Scavolini Pesaro, prima giornata del girone di ritorno, bisogna partire dalla fine. Dagli ultimi 26 secondi. Roma ha un punto di vantaggio e la palla in mano, può tirare quasi allo scadere della partita e lasciare agli avversari nemmeno due secondi per organizzare il tiro della disperazione. Al termine dell’azione Phil Goss subisce un fallo e va per i tiri liberi, ma combina un pasticcio facendo o su 2 dalla lunetta e consegna la palla alla Scavolini quando di secondi ne mancano poco più di 5, una vita per andare anche ad un tiro comodo.

I pesaresi decidono di affidarsi alla velocità di Daniele Cavaliero che in si beve il campo in quattro secondi e mezzo circa e poi comincia il terzo tempo un attimo prima che la sirena finale inizi a suonare. Bisogna attendere la conclusione dell’azione allora : la palla gira sul ferro ed esce. Il palazzetto dello sport di viale Tiziano esplode di felicità, Roma ha vinto ancora, ma che fatica e che fortuna!

Perché la partita è stata brutta, giocata a strappi da tutte e due le squadre: per la Scavolini disastrosa di quest’anno un’altra sconfitta sarebbe l’ennesima condanna ad una posizione sul fondo della classifica ( e sarebbe il tredicesimo rovescio), per Roma una sconfitta sarebbe dannosa moralmente perché arriverebbe alla vigilia di un ciclo di partite in trasferta molto impegnative : domenica a Cantù, tra quindici giorni a Reggio Emilia e poi a Milano in Coppa Italia contro Cantù ancora.

Così Pesaro va sul più sei, Roma va sul più quattro. Fino a quando sul terreno di gioco non torna Matteo Tambone, classe ’94, romano, vivavio Virtus. Il ragazzino che già aveva giocato nei primi due quarti entra con la faccia giusta ed in un attimo rovescia la gara: un canestro in arresto e tiro, una tripla, una difesa perfetta su Stipcevic il play di Pesaro, due palle recuperate, un rimbalzo. L’Acea va a più otto. E questo sarà il divario massimo e quello che la squadra di Roma si porterà fino al termine resistendo al recupero di Pesaro, lento ed inarrestabile. Poi l’episodio finale già raccontato ed altri due punti che fanno morale.

La squadra è stanca, gli esterni sono con poche rotazioni perché Dagunduro è fuori da tempo e ieri non ha giocato neanche D’Ercole. Ed il girone d’andata è stato condotto a mille all’ora. Nulla di grave, l’avventura continua.