Nasce la Polisportiva CEIS di Roma

Nella comunità di via Attilio Ambrosini sarà Ferdinando Colloca, campione italiano master dei 3000 siepi, ad organizzare le attività sportive degli ospiti della comunità di recupero dalle dipendenze

Nella sede del CeIS di in via Attilio Ambrosini 129 ha preso vita quella che nei prossimi mesi diventerà una vera e propria Polispostiva volta a dare agli ospiti della comunità un’importante opportunità di reinserimento nella società civile attraverso lo sport.
La comunità fondata di Don Mario Picchi, ed oggi presieduta da Roberto Mineo, ha ritenuto da sempre fondamentale l’attività sportiva contro ogni forma di dipendenza e di disagio sociale ed ora, utilizzando le nuove strutture inaugurate in questi giorni, campi di calcetto,basket, palestra e nuovi spogliatoi. si fa sul serio. Da oggiAggiungi un appuntamento per oggi si occuperà del settore, in qualità di responsabile Ferdinando Colloca (campione italiano master 3000 siepi, tecnico Fidal, Presidente della società Oso e organizzatore Corsa Futurista).
I ragazzi potranno svolgere la disciplina preferita scegliendo fra calcio a cinque, calcio a otto, basket e tennis.
“ E’ un’esperienza fantastica -ha sottolineato Ferdinando Colloca- sia dal punto di vista umano che professionale. Lo sport è sempre stata una parte importante della mia vita e credo di poter trasmettere a questi ragazzi la mia esperienza e quei valori che soltanto l’allenamento e le gare riescono a trasmetterti. Il CeIS ha già una squadra di calcio che partecipa alla 3^ categoria, vogliamo ora implementare l’attività agonistica rivolgendo i nostri sforzi anche ad altre discipline. Quel che più conta sarà però riuscire a far capire a chi parteciperà ai corsi la filosofia del sacrificio e dell’impegno. I risultati verranno da soli.”

IL CEIS

Il CeIS di Roma è una libera associazione senza scopo di lucro promossa alla fine degli anni ’60, e costituitasi legalmente nel 1971, dal sacerdote Mario Picchi con il fine di affrontare i problemi derivanti dall’emarginazione e dal disagio giovanile e familiare.
All’inizio gli sforzi del CeIS sono stati soprattutto tesi a sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi delle guerre, della fame, della povertà e del disagio giovanile. Più tardi la diffusione del consumo di droghe raggiunse livelli allarmanti e il CeIS accettò la sfida e iniziò a operare in questo campo.
Nasceva così, e a poco a poco andava sviluppandosi, un progetto per una nuova cultura della vita, articolato in diversi programmi educativi e terapeutici, la cui filosofia di riferimento è stata chiamata Progetto Uomo.
Le due parole, Progetto e Uomo, esprimono l’essenziale: l’impegno a considerare la persona come il centro della storia, una storia aperta al futuro e sempre più umanizzata. L’uomo nella sua piena dignità, prescindendo dalla sua razza, religione, cultura, livello sociale, possibilità economiche e potere politico. In questa ottica Progetto Uomo vuole essere una proposta di interscambio e dialogo, iniziando dalla possibilità di guardare in se stessi, di fermarsi per analizzare l’origine del proprio disagio, per poi comunicarlo e condividerlo con gli altri.

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