Il team Europe batte il team Usa per 16,5 a 11,5 a Roma. Tutto esaurito al Marco Simone Golf & Country Club, per un evento che resterà nella storia
Il Presidente della FIG, Franco Chimenti: “E’ stata la Ryder Cup più bella di sempre, è un successo di tutto il Paese”
Un trionfo per il Team Europe nella Ryder Cup, che ha sconfitto il Team Usa per 16,5 a 11,5 e per Roma, Capitale per una settimana del golf mondiale. La 44ª edizione della competizione, terza al mondo a livello sportivo per importanza mediatica, che per la prima volta si è svolta in Italia, sul percorso del Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio (Roma), è stata un caleidoscopio di emozioni forti in uno scenario unico fatto di campioni, acceso agonismo e giocate che poche volte si vedono. Grande protagonista il pubblico, una folla straripante che ha trasformato il grande evento in una festa, con un mix di sana passione per l’aspetto sportivo, ma accompagnandola con coreografie incredibili, cori, esaltazione per i propri beniamini, a loro volta eccitati da un tifo da stadio. Giornate che sarà impossibile dimenticare, già passate alla storia di una delle migliori edizioni in assoluto della Ryder Cup, con Roma, vestita a festa per annunciare quanto stava per andare in scena e poi assoluta protagonista nel saper accogliere gli spettatori venuti da tutto il mondo e impossibilitati a sfuggire al suo fascino.
Le dichiarazioni del Presidente della Federazione Italiana Golf Franco Chimenti: “E’ stato un evento epico, memorabile. Non mi sbagliavo: in quasi 100 anni di storia, questa si è dimostrata la Ryder Cup più bella di sempre, grazie a un pubblico emozionante e una città, Roma, unica al mondo. Ha vinto l’Europa unita. E un grande contributo lo hanno fornito anche i due vicecapitani italiani: Francesco ed Edoardo Molinari. E’ un successo non solo personale, ma di tutto il Paese. Uno spot per lo sport italiano”.
La giornata finale – Giornata finale ricca di suspense con gli Stati Uniti che hanno provato nei 12 singoli una rimonta ai limiti dell’impossibile. A un certo punto sembrava quasi potessero farcela, ma nel momento più complicato è stato Tommy Fleetwood (battendo Rickie Fowler per 3&1) a compiere la prodezza che ha dato il trofeo alla compagine di Luke Donald. Forse un segno di continuità tra la precedente Ryder Cup disputata in Europa, a Parigi nel 2018, dove era stato uno dei due uomini decisivi, insieme a Francesco Molinari, coppia che anche questa volta è stata insieme, anche se l’azzurro ha ricoperto il ruolo di vice capitano insieme al fratello Edoardo.
La giornata finale è iniziata con il match tra Scottie Scheffler, numero uno mondiale, e Jon Rahm ,numero tre, di alto contenuto tecnico e agonistico. Gli Usa volevano dare una scossa iniziale significativa con un successo e Scheffler stava per riuscirci, ma sull’ultima buca Rahm ha pareggiato e quel mezzo punto è stato fondamentale sotto l’aspetto morale e della determinazione. Poi sono arrivate le vittorie di Viktor Hovland su Collin Morikawa (4&3), di Rory McIlroy su Sam Burns (3&1) e di Tyrrell Hatton su Brian Harman (3&2). Totale 14 punti per gli europei, però insufficienti perché valevano solo il pareggio che avrebbe favorito gli Usa quali detentori, avendo vinto nel Wisconsin (19 a 9 nel 2021). E’ così iniziata da una parte l’attesa snervante per il mezzo punto che mancava, mentre sull’altro fronte si continuavano ad alimentare speranze. Con i successi di Cantlay, Homa, Koepka e Shauffele l’attenzione è finita sugli ultimi due match dove lo staff europeo aveva messo un giocatore affidabile come Fleetwood e un debuttante quale Robert MacIntyre. La partita, incertissima, si è giocata fino a quando Fleetwood alla buca 16 ha approfittato dell’errore di Fowler (palla in acqua) e con un birdie e il 2 up a due buche dalla fine, che garantiva almeno il pareggio, ha fatto scattare l’entusiasmo incontenibile del pubblico di parte continentale. Sulle ali dell’entusiasmo (e della delusione avversaria) il punteggio è diventato più consistente con i successi di MacIntyre e il pari di Lowry. Tre i giocatori imbattuti tra i vincitori: Tyrrell Hatton, con 3,5 punti (tre vittorie un pari), Jon Rahm con 3 (due successi, due pari) e il debuttante Robert MacIntyre con 2,5 (due vittorie, un pari). Ha perso un match, ma ha realizzato ii maggior numero di punti con 4 Rory McIlroy (quattro successi) e ne ha ottenuti 3,5 anche Viktor Hovland (3 vittorie, un pari, una sconfitta), che sono stati probabilmente i migliori nel team vincente. Tre punti anche per Fleetwood, battuto in una occasione su quattro gare. Gli statunitensi hanno nettamente deluso, soprattutto per come hanno affrontato i doppi. Il migliore è stato Max Homa che ha ottenuto 3,5 punti (3 vittorie, un pari, una sconfitta) seguito da Patrick Cantlay (con 2), che domani si sposerà proprio a Roma. Eloquenti sul tenore delle prestazioni di coloro avrebbe dovuto essere le colonne portanti i pochi punti conseguiti: 1,5 per Justin Thomas, Brooks Koepka e Wyndham Clark e appena uno per Scottie Scheffler (senza vittorie).
Da ricordare qualche record. Quello positivo di Hovland e Aberg che nei foursone della seconda giornata hanno travolto con un 9&7 Scheffler e Koepka. Nella storia della Ryder Cup non si era mai verificato un divario così ampio in un incontro di doppio. E quelli negativi degli statunitensi a iniziare dal 4 a 0 subito nei fourball iniziali, punteggio che si è verificato per la sesta volta a iniziare dal 1979, ossia da quando sono entrati in gara anche i giocatori del resto d’Europa insieme ai britannici (in precedenza in tre occasioni nei foursome e in due nei fourball). Inoltre non era mai accaduto, dalla stessa data, che una squadra non vincesse incontri nella prima giornata e che si aggiudicasse un solo punto pieno dopo tre sessioni di gioco.
Le autorità presenti al Marco Simone: Tantissime le autorità presenti per la giornata finale della Ryder Cup italiana. Nella mattinata il Principe Alberto II di Monaco ha seguito i match dopo essere stato accolto dal Presidente del CONI Giovanni Malagó, dal Presidente della Federgolf Franco Chimenti, dal Direttore Generale del Progetto Ryder Cup 2023 Gian Paolo Montali e dalla Presidente del Marco Simone Golf & Country Club Lavinia Biagiotti Cigna. In rappresentanza del Governo italiano sono intervenuti il Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Presente, tra gli altri, anche Franco Carraro, membro Cio. In rappresentanza della Regione Lazio, il Presidente del Consiglio regionale Antonello Aurigemma. Per il Comune di Roma Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda.
Le dichiarazioni
Luke Donald: ‘’Gli Stati Uniti hanno lottato, ma sono orgoglioso dei miei 12 ragazzi, che hanno creato un forte legame fin dal primo giorno e hanno dato tutto. Dovevano giocare bene e lo hanno fatto. Sono felice che si siano fidati di me. Non molti ci davano una chance dopo Whistling Straits. Non eravamo i favoriti, ma negli ultimi sei mesi abbiamo iniziato a mostrare una certa forma. Ringrazio tutti, staff di supporto, fisioterapisti, allenatori, mogli: è stato un lavoro di squadra. I miei vice capitani hanno partecipato a 30 Ryder Cup tra di loro e ne hanno disputate 24. Sappiamo bene cosa vuol dire vincere. Sappiamo come vincere’’.
Edoardo Molinari: “E’ stata una Ryder Cup da 10 in pagella. Mi ha impressionato l’organizzazione, il pubblico, la cornice perfetta di Roma. Ha vinto l’Europa unita, che ha giocato da squadra. E’ la vittoria del gruppo, guidato da un capitano incredibile, di cui vado molto orgoglioso”.
Francesco Molinari: “E’ la prima volta che piango su un campo di golf, sono felicissimo. Questa è una delle migliori squadre, se non la migliore, che abbia mai visto. Non abbiamo vissuto momenti di difficoltà e, a tratti, abbiamo dominato. Ho cercato di dare il mio contributo a livello morale. Mi piacerebbe ovviamente giocare altre due, tre, quattro Ryder Cup, ma dipenderà da tanti fattori. ‘Se in futuro farò il capitano del team Europe?’. Non lo so se questo accadrà, nel caso di certo non mi tirerei indietro”.
Shane Lowry: ‘’E’ un sogno che si avvera per me ed è qualcosa che ho sempre voluto realizzare nella mia carriera. E’ stata la settimana più bella della mia vita, anche se, ad essere onesti, le ultime quattro ore sono state stressanti. Stamane io, Fleetwood e MacIntyre abbiamo scherzato dicendo: ‘speriamo che non si arrivi a noi’. Invece è stato così, e Tommy ha fatto l’impresa. Il resto è stato solo festa’’.
Tommy Fleetwood: ‘’Sono orgoglioso di far parte di questa compagine. Abbiamo un gruppo di persone straordinarie. Siamo una famiglia gigantesca e i legami che abbiamo creato tra noi dureranno per tutta la vita. Luke? E’ stato superlativo. Tutti noi per quello che ha fatto lo guardiamo da un altro livello. I tifosi? Sono stati i migliori in assoluto, hanno dato il massimo ogni singolo giorno e ci hanno portato sulle loro spalle”
Zach Johnson: ‘’E’ un momento in cui bisogna accettare il fatto che la squadra europea ha giocato davvero un ottimo golf e la riflessione più lucida che mi sento di dire è il team di Luke ha giocato alla grande. Mi piacerebbe ricominciare la settimana dall’inizio, ma purtroppo non è possibile. I tifosi di casa sono stati importanti per il trionfo europeo. C’era energia, un po’ come il carburante del motore, se vogliamo’’.
I 12 singoli
Sette giocatori per ciascuna squadra sono stati tra i protagonisti dei 12 singoli anche nell’edizione precedente in Wisconsin (con parziale di 8 a 4 per gli Usa): gli europei Rahm, Hovland, McIlroy, Fitzpatrick, Hatton, Lowry e Fleetwood e gli americani Scheffler, Morikawa, Cantlay, Koepka, Thomas, Schauffele e Spieth. Due soli gli incroci bis: Rahm-Scheffler e Hovland-Morikawa.
Hovland-Morikawa 4&3 – Il primo punto europeo lo sigla Viktor Hovland che attacca subito Collin Morikawa e con tre birdie fa 3 up alla sesta buca. Timida reazione dello statunitense che accorcia le distanze, ma il norvegese piazza altri due birdie (11ª e 12ª) e non c’è più storia. Nel Wisconsin era finita in parità. (Eu 11,5, Usa 5,5)
Rahm e Scheffler pari – Un susseguirsi di emozioni sin dalla prima buca che Jon Rahm si aggiudica con un birdie, ma Scottie Scheffler pareggia alla terza. Subito dopo due buche per lo spagnolo e al giro di boa l’americano torna pari. Fuochi d’artificio nel rientro con scatto di Scheffler, sorpasso iberico e controsorpasso con l’americano 1 up alla 17ª. Poi però un tee shot in rough gli complica tutto, ma Rahm ci mette anche del suo e con un birdie ottiene un pareggio fondamentale. Nel Wisconin aveva vinto il leader mondiale per 4&3. (Eu 12, Usa 6)
Cantlay-Rose 2&1 – Primo punto americano firmato da Patrick Cantlay che conduce con autorità fino alla 11ª dove passa 3 up dopo tre birdie, ma Justin Rose con due birdie rimette tutto in discussione. Cantlay chiude la sua prova con il quarto birdie (Eu 12, Usa 7)
McIlroy-Sam Burns 3&1 – Rory McIlroy è una certezza e dispone con autorità di Sam Burns. Tiene a distanza viaggiando tra il 3 e il 4 up per 12 buche lo statunitense che nel finale reagiste, ma il nordirlandese chiude con il settimo birdie di giornata (senza bogey) alla buca 17. (Eu 13, Usa 7)
Hatton-Harman 3&2 – Tyrrell Hatton è subito aggressivo, Brian Harman lo soffre e si trova 3 down dopo quattro buche. Ha però una bella reazione, risale fino a 1 down, ma non va oltre. L’inglese riprende il comando delle operazioni e si riporta tre up per poi concludere senza patemi. (Eu 14, Usa 7)
Koepka-Aberg 3&2 – Brooks Koepka va subito avati con un birdie alla prima buca e Ludvig Aberg è costretto a inseguire. E’ 3 down dopo otto buche e il divario rimane praticamente tale fino alla 16 quando l’incontro di conclude. (Eu 14, Usa 8)
Homa-Fitzpatrick 1 up – Matt Fitzpatrick è avanti per 1 up fino alla settima buca, poi nelle tre successive Max Homa ribalta la situazione (2 up). Alla 11ª l’inglese recupera parzialmente, ma l’1 up per lo statunitense si mantiene fino al termine con brividi sull’ultima buca, quando Fitzpatrick tenta invano di conquistare il mezzo punto che varrebbe il trofeo (Eu 14, Usa 9)
Schauffele-Hojgaard 3&2 – E’ buona la partenza di Nicolai Hojgaard che mette in difficoltà Xander Schauffele con un 2 up alla buca 3, ma lo statunitense fa valere la sua esperienza, pareggia alla 6ª, passa avanti alla 7ª, raddoppia alla 12ª e poi conclude senza patemi. (Eu 14, Usa 10)
Thomas-Straka 2 up – Vittoria amara per Justin Thomas che dalla terza buca tiene sotto pressione Sepp Straka. L’austriaco con un eagle alla 16 si porta 1 down e cerca il pareggio, ma nel frattempo arriva la notizia che Fleetwood con il birdie alla buca 16 aveva blindato il mezzo punto della vittoria. Il punto va a Thomas, ma ormai non conta più. (Eu 14, Usa 11)
Fleetwood-Fowler 3&1 – Tommy Fleetwood tiene sempre sotto pressione Rickie Fowler, ma senza mai superare il margine di 2 up. L’americano, con la Ryder Cup ancora in bilico, recupera e si porta 1 down alla 14, ma forza il gioco alla 16 e finisce in acqua. Fleetwood con un secondo colpo quasi in bandiera ipoteca il 2 up che significa almeno mezzo punto per l’Europa, quello che vale il successo. Poi con un altro birdie alla 17 si prende l’intera posta e diventa il giocatore che ha raccolto il punto decisivo. (Eu 15, Usa 11)
MacIntyre-Clark 2&1 – Robert MacIntryre tiene sotto scacco Wyndham Clark sin dalla seconda buca, ma con il risultato finale ancora incerto, che potrebbe anche dipendere da lui, perde lucidità, sbaglia un putt cortissimo e alla buca 14 è parità. Si riscatta alla successiva, poi con il trofeo in tasca non ha più tentennamenti. (Eu 16, Usa 11)
Lowry e Spieth pari – Jordan Spieth sembra subito destinato a prendere il punto, ma quando Lowry intuisce che potrebbe esserci bisogno di un suo mezzo punto per arrivare al trofeo pareggia alla 14ª, torna sotto alla 15ª e si riporta pari alla 16ª. A quel punto arriva la notizia del pari sicuro di Fleetwood e allora potrebbe divenire comunque lui per primo a tagliare il traguardo con il punto decisivo. Va 1 up alla 17ª, ma Fleetwood lo brucia sul tempo. Spieth perde la coppa, ma non l’orgoglio e pareggia con un birdie alla 18. (Eu 16,5, Usa 11,5)
Il bilancio – La Ryder Cup, nata nel 1927, inizialmente era un incontro tra le selezioni statunitensi e di Gran Bretagna & Irlanda. Ha avuto poi una svolta nel 1979 quando si decise di far entrare nella compagine britannica anche gli altri giocatori europei. A orientare la decisione fu il bilancio di quel momento che dopo 22 sfide era di 19 vittorie americane (18 e un pari con trofeo conservato da detentori) contro tre dei britannici. Da quel momento i valori si sono equilibrati, anzi nei 22 incontri successivi, compreso l’attuale, il Team Europe ha riportato 13 vittorie (12 + 1 pari da detentori) contro nove degli avversari che non si impongono in Europa dal 1993 (The Belfry, 15-13).