Atletica> Emma Quaglia e Beatrice Brossa a colloquio con gli studenti dell IUSM

Lo IUSM ha ospitato questa mattina il seminario “Corsa sulla Lunga distanza, incontro con l’atleta e l’allenatore”, organizzato nel quadro delle iniziative che accompagneranno il CR Lazio e Nike verso la We Run Rome del prossimo 31 dicembre.
Al proficuo dibattito con gli studenti, fortemente voluto dal titolare della Cattedra degli Sport Individuali dell’ateneo romano, hanno preso parte Emma Quaglia, maratoneta della nazionale italiana , 3 volte campionessa italiana assoluta dei 3000 siepi prima di passare alla corsa su strada e conquistare il sesto posto alla Maratona dei Mondiali di Mosca 2013, e Beatrice Brossa, allenatrice di Valeria Straneo. Sono intervenuti anche il Presidente della FIdal Lazio Marco Pietrogiacomi, il vice presidente Fabio Martelli e Venuste Nyongabo, campione Olimpico dei 5000 metri ad Atlanta 1996.

Emma Quaglia ha così raccontato la sua esperienza di atleta. “Ho 33 anni ho iniziato a correre per gioco da piccola con i Giochi della Gioventù. Facevo le campestri mi divertivo. Mi piaceva correre ho capito che era quello il mio sport. A 18 anni ho cominciato a fare sul serio, a 22 ho vinto il mio primo titolo italiano. Ho studiato medicina mi sconsigliavano ma non ho avuto problemi a conciliare le due cose. Ho fatto tutte le distanze, 800, 1500, 5000. Poi ho esordito sui 3000 siepi, gara anomala per le donne nella quale mi è piaciuto cimentarmi.
A 24 anni le mie prestazioni sono inspiegabilmente crollate, eravamo nel2004, andavo piano e non sapevo perchè. Stavo male, faticavo anche a fare le scale, le mie pulsazioni erano arrivate a 130 a riposo. E’ iniziato un calvario, poi mi hanno diagnosticato il morbo di Basedov (iper tireodismo), malattia che debilita e che mette a rischio l’attività agonistica, e che poi è degenerato in cancro alla tiroide. Mi sono dovuta operare subendo l’asportazione della stessa tiroide Ero ko, non pensavo di riprendere. Nel 2006 invece, dopo due anni dalla malattia, ho ripreso a correre nonostante mi fosse sconsigliato. I medici non si sono esposti non volevano che riprendessi, invece ho ricominciato ad allenarmi. Andavo bene. Ho provato le lunghe distanze, ho scoperto la maratona. Ho cambiato allenatore mi sono affidato a Claudio Berardelli, che ora allena in Kenia i grandi campioni locali e che per me è stato fondamentale. Fino ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi ho corso quattro maratone. 2h 33’ all’esordio, poi Torino 2h28, 15” (mio personale) fino ai Mondiali Mosca dove ho ottenuto un risultato impensabile, giungendo 6^. In gara c’erano 35 gradi, le africane, forse, non erano preparate al clima e sono saltate una dopo l’altra. Devo il risultato al mio allenatore che mi ha gestito benissimo. Nei primo giro ero 38^ lui mi ha detto di non preoccuparmi e di andare sui miei ritmi infatti ho progressivamente recuperato tenendo il mio passo. La prestazione è venuta dalla cura dei dettagli, sono stata gestita come una professionista. E’ dunque fondamentale avere un allenatore che non trascuri nulla. Prima del Mondiale Berardelli mi ha motivato dicendomi ”milioni di italiani ti guardano in tv”. Questo mi ha dato la carica giusta”.

Beatrice Brossa: “ Valeria Straneo, prima della sua esplosione tecnica, stava male, ha dovuto farsi asportare la milza. Ha ripreso dopo l’operazione, in modo blando. Ho capito subito che andava forte. Le ho detto se volevamo tentare di fare il minimo olimpico sulla maratona. Ha iniziato con convinzione, subito un riscontro positivo, un mezza in 1h14” con pochissimo allenamento. Quindi abbiamo preparato la maratona di Berlino. Valeria lavorava ancora, si dedicava alla corsa nei ritagli di tempo. I miglioramenti erano progressivi e constanti, allora ha abbandonato l’impego e ha cominciato ad allenarsi due volte al giorno. Ha corso la maratona in 2h 26’35”, quarto tempo fra le papabili olimpiche. Allora abbiamo preparato Rotterdam da gennaio con allenamento duro. Gara difficilissima ma Valeria era in gran forma ed ha fatto il record italiano che le è valsa la partecipazione a Londra . Siamo andati in altura ma prima delle Olimpiadi Valeria ha corso soltanto una gara di 10 chilometri. E’ arrivata a Londra carica. E’ partita piano poi era in rimonta su quelle davanti ma ha avuto problemi intestinali per intolleranze alimentari. L’8^ posto finale è più che dignitoso. Dopo Londra lei voleva fare a tutti i costi New York, io non ero d’accordo. New York è saltata per l’uragano Sandy, è tornata in gara a Torino ma non è andata bene pagando la preparazione per la gara nella Grande Mela. Magnani non era contento che facesse i Mondiali. Io l’ho spinta a farli. Il secondo posto è stato un risultato eccezionale.
Il mio lavoro consiste nel farla rendere al meglio. Stilo un programma e lo concordo con l’atleta. Valeria non ha problemi familiari, marito, genitori e suoceri la sostengono, può gestire l’attività con grande tranquillità. Dopo Londra Valeria è diventato un personaggio cosa che in parte disturba il nostro lavoro. Dopo i mondiali ancora peggio, molti impegni mediatici. E’ stata dura riprendere i normali allenamenti.”

Ufficio Stampa Comitato Regionale Fidal Lazio
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