Basket> “I giovani della foresteria nerazzurra”: Tarik Hajrovic.

Tarik, classe 2000, è un altro giovane e promettente atleta del settore giovanile nerazzurro della Latina Basket e la sua esperienza in foresteria è caratterizzata da alcuni punti fondamentali, come arrivare dalla Serbia e doversi ambientare non soltanto allo stile di vita differente, ma anche imparare la lingua italiana per condividere al meglio la quotidianità con i suoi compagni, abituarsi a ritmi diversi dettati dalla scuola e dall’attività sportiva. Il nostro “gigante buono” Tarik Hayrovic, che gioca nel ruolo di ala grande/centro, ci parla delle sue abitudini, di ciò che lo appassiona e di quali siano i valori importanti nei quali crede, oltre a svelarci cosa lo ha spinto a venire in Italia.

Come è stata la tua esperienza con la società Latina Basket in questi due anni?
«Per me questi due anni a Latina sono stati molto costruttivi perché sono arrivato in Italia all’età di 14 anni e queste stagioni trascorse con la società nerazzurra sono state decisamente utili per crescere e migliorare sia come persona, che come giocatore. Desidero ringraziare tutta la società per avermi aiutato a diventare una persona più matura».

Quanto è stato difficile arrivare in un paese straniero, imparare una lingua diversa, vivere lontano dalla famiglia?

«In realtà non per me non è stata la prima esperienza lontano dal mio paese e dalla mia famiglia e anche nell’imparare nuove lingue non ho mai avuto grandi difficoltà per questo motivo sono riuscito ad ambientarmi in fretta e con facilità».
Ti piace vivere insieme ad altri ragazzi della tua età e che condividono la tua passione per il basket? Qual è il momento più bello della giornata e quello più faticoso?

«Nel corso di questi due anni ho vissuto con molti altri ragazzi, che ormai sono diventati miei amici. È un’esperienza davvero piacevole, perché durante la giornata parliamo di basket e lo viviamo, ma allo stesso tempo abbiamo l’opportunità di scherzare e parlare di tanti altri argomenti. Il momento più bello della giornata è quando siamo tutti insieme a casa e possiamo rilassarci. Ovviamente ci sono anche momenti faticosi perché il nostro sport richiede fatica e duro lavoro, ma lo facciamo volentieri perché è l’unico modo per continuare a migliorarci».

Che tipo di rapporto hai con gli allenatori e con i compagni di squadra?

«Il rapporto che ho con gli allenatori e con i compagni di squadra è buonissimo. Ho un carattere socievole per questo motivo scherzo e mi diverto con tutti».

Cosa ne pensi del campionato di questa stagione, è stato difficile da affrontare?
«Per me è stato un campionato competitivo perché nella stagione scorsa nel Lazio ci sono state squadre molto forti, mi dispiace che la nostra squadra non sia riuscita a conquistare l’obiettivo che si era prefissata, ma nello sport bisogna accettare anche le sconfitte e andare avanti».

Quanto è difficile la vita da giocatore per i ragazzi giovani che devono anche andare a scuola?

«Devo essere sincero, per me non è stato poi tanto difficile, perché, in fondo, è stata una mia decisione quella di fare questa vita, chiaramente è fondamentale riuscire a conciliare sempre al meglio lo sport con lo studio, senza trascurare né l’una, né l’altra cosa».

Cosa ti manca di più del tuo Paese? E ora che tornerai a casa per l’estate quali sono le cose che non vedi l’ora di fare?

«Sono numerose le cose del mio paese che mi mancano a cominciare dalla mia famiglia e i miei amici, ma anche la città. Quest’estate sicuramente non smetterò di allenarmi, ma non vedo l’ora di stare con i miei amici e di riabbracciare tutta la mia famiglia ».

Ti piace la cucina italiana? Quali cibi del tuo paese ti sono mancati di più?

«La cucina italiana è fantastica! Il cibo che mi piace di più è la mozzarella di bufala. I cibi che mi sono mancati di più sono tanti, ma ci ho fatto l’abitudine».

Cosa ti piace fare nel tempo libero?

«Nel tempo libero mi piace stare con i miei amici, giocare alla Play Station e vedere film».

Qual è il tuo campione sportivo?

«I miei campioni sportivi sono due, entrambi cestisti che giocano nel ruolo di ala grande: Mirsad Türkcan e Domantas Sabonis».

Hai un sogno che vorresti realizzare?
«Il sogno che vorrei realizzare è quello di giocare a basket come professionista e diventare il miglior rimbalzista della squadra in cui militerò».

Come è nata la tua voglia di giocare a basket e perché hai scelto l’Italia?

«Ho cominciato a giocare a pallacanestro all’età di 13 anni e mi sono appassionato fin da subito, anche perché per l’età che avevo ero molto più alto rispetto agli altri ragazzi. Ho scelto l’Italia perché ci sono molti stranieri che militano nei campionati italiani e altri che hanno contribuito a costruire la storia della pallacanestro italiana come: Bodiroga, Ginobili, Kukoc e tanti altri».

Ringraziando Tarik Hajrovic per la disponibilità e facendogli un grande “in bocca al lupo” per il futuro, diamo appuntamento alla quinta puntata della rubrica dedicata ai giovani della foresteria nerazzurra, che sarà online nei prossimi giorni.

Donatella Schirra
Ufficio Stampa
Latina Basket