Prestazioni di valore per le due emiliane: nei 400hs Ayo recupera due posizioni nel finale, Sara si conferma tra le top del martello dopo Oregon 2022. Fuori a testa alta Barontini (1:44.34 PB), Tecuceanu (1:44.79 PB), Kaddari (22.75)
Serata n. 6 del Mondiale di Budapest con due azzurre al sesto posto, entrambe emiliane della provincia di Parma: Ayomide Folorunso e Sara Fantini. Dopo il record italiano della semifinale (53.89) Folorunso centra la sesta piazza nella finale dei 400 ostacoli con 54.19, recuperando due posizioni nel rettilineo conclusivo: è il miglior piazzamento di sempre per un’azzurra ai Mondiali in questa specialità, dominata in Ungheria dalla fenomenale olandese Femke Bol, medaglia d’oro con un fantastico 51.70. Sesta anche la martellista Fantini che si conferma tra le top mondiali dopo il quarto posto dello scorso anno in Oregon: oggi firma il primato stagionale di 73,85, nella gara vinta dalla canadese Camryn Rogers (77,22). Eliminati con onore in semifinale altri tre azzurri. Lottano con tutte le proprie forze negli 800 metri Simone Barontini e Catalin Tecuceanu, entrambi al primato personale: il marchigiano Barontini, incitato in tribuna dal grande amico Gianmarco Tamberi, scende a 1:44.34 e manca la finale per soli undici centesimi, il veneto Tecuceanu si porta a 1:44.79. Out nei 200 con 22.75 (-0.1) la sarda Dalia Kaddari. Quando mancano tre giornate al termine della rassegna iridata l’Italia sale a otto finalisti (piazzamenti tra i migliori otto). Domani sera nella finale del triplo proveranno a inserirsi in top 8 anche Dariya Derkach e Ottavia Cestonaro, nella sessione che prevede anche la semifinale di Eloisa Coiro negli 800 metri e le batterie delle staffette 4×100 uomini e donne: al maschile gli azzurri troveranno anche due medagliate della passata edizione dei Mondiali, i campioni in carica del Canada e il bronzo iridato della Gran Bretagna; al femminile, azzurre con gli Stati Uniti oro mondiale, la Costa d’Avorio e la Polonia.
400HS – Sesta al mondo. Conquista un piazzamento significativo Ayomide Folorunso nella finale dei 400 ostacoli, con il tempo di 54.19 che sarebbe stato record italiano prima di un paio di giorni fa quando è scesa a 53.89 in semifinale. Ma l’azzurra conferma di essersi presentata al top della condizione a Budapest con un’ultima parte di gara in piena spinta, sorpassando le giamaicane Russell (54.28) e Knight (55.20), e nonostante un’incertezza della parmigiana tra la quinta e la sesta barriera. Lo show di Femke Bol infiamma lo stadio: 51.70 per la star olandese, al suo primo titolo mondiale vinto per distacco sulla statunitense Shamier Little (52.80) e sulla giamaicana Rushell Clayton (52.81).
MARTELLO – È di nuovo tra le migliori Sara Fantini. La martellista coglie il sesto posto nella finale iridata di Budapest, un anno dopo essere stata quarta a Eugene, e con un altro primato stagionale: 73,85 al secondo lancio, incrementando di oltre mezzo metro il 73,28 della qualificazione di ieri. Al primo ingresso in pedana l’emiliana interrompe la rotazione, poi riprende da capo e lancia a 71,94 per cominciare, mentre al turno successivo con il picco della serata diventa quinta, a 33 centimetri dalla terza posizione provvisoria. La gara dell’azzurra prosegue con 69,42 e 71,79, quindi 71,82 e un nullo. Si allontana la zona-medaglie quando la statunitense DeAnna Price si porta a 75,41 per il bronzo, al quinto tentativo, mentre sono imprendibili l’oro della canadese Camryn Rogers (77,22) e l’argento di Janee Kassanovoid (Usa, 76,36). Due europee ai piedi del podio: l’azera Hanna Skydan quarta (74,18), la finlandese Silja Kosonen quinta (73,89).
800 – Non basta il record personale ai due azzurri degli 800 metri per andare in finale. Ancora una splendida prova di Simone Barontini, quinto in semifinale con 1:44.34 e fuori per appena undici centesimi. È il miglior crono di un italiano negli ultimi vent’anni, ritoccando il suo recente primato di 1:44.50 ottenuto agli Assoluti. Entusiasmante la progressione nel secondo giro l’anconetano che mette la freccia, supera almeno tre avversari e poi cede di pochissimo il quarto posto al francese Yanis Meziane (1:44.30) mentre davanti il keniano Emmanuel Wanyonyi in 1:43.83 precede lo spagnolo Adrian Ben (1:43.92) e lo statunitense Bryce Hoppel (1:44.04). Nel dopo-gara c’è anche l’abbraccio di Gianmarco Tamberi per il suo concittadino. Quattro invece i centesimi di progresso per il veneto Catalin Tecuceanu che riesce a piazzare una bella rimonta all’interno nell’ultimo rettilineo, dopo aver corso in coda al gruppo, e arriva quarto in 1:44.79 per abbassare il tempo siglato l’anno scorso ai Mondiali di Eugene in batteria.
200 – Se la finale dei 200 metri era un sogno quasi irraggiungibile, il vero obiettivo poteva essere un altro crono nei dintorni del record personale. Non ci va troppo lontana Dalia Kaddari con 22.75 (-0.1), a otto centesimi dal 22.67 della batteria di ieri e a undici dal suo primato, correndo bene fino a metà rettilineo prima di perdere un paio di posizioni. È la terza prestazione in carriera per la 22enne sarda, poco favorita dalla corsia più interna, la seconda, avuta in sorte dopo essersi qualificata con i tempi di recupero. L’azzurra chiude settima al traguardo nella sua semifinale, eliminata, ma poi diventa sesta per la squalifica dell’ivoriana Koné, punita per un’infrazione di corsia. Davanti c’è la statunitense bronzo olimpico Gabby Thomas in 21.97 mentre la giamaicana campionessa in carica Shericka Jackson per ora risponde a distanza con 22.00 (-0.2). Episodio singolare nella prima semifinale maschile, rinviata di 25 minuti e disputata dopo le altre per la collisione tra due golf cart che trasportano gli atleti dal campo di riscaldamento, ma nonostante l’imprevisto Noah Lyles vola in 19.76 (-0.1) e ipoteca il secondo oro per bissare quello dei 100 metri.
LE ALTRE FINALI – È una sfida scoppiettante nel lungo, risolta all’ultimo tentativo dalla zampata a 8,52 (-0.3) di Miltiadis Tentoglou. Fino a quel momento il greco, ora anche campione mondiale all’aperto dopo aver già vinto Olimpiadi ed Europei, si trovava al secondo posto con il salto di avvio a 8,50: stessa misura del giamaicano Wayne Pinnock che era provvisoriamente al comando grazie al secondo miglior risultato per un solo centimetro (8,40 contro 8,39). Altri due ‘jam’ a 8,27 per contendersi il bronzo che va all’ex iridato Tajay Gayle ai danni di Carey McLeod. Due ori per la Giamaica arrivano invece dalla pista: nei 100 ostacoli, a otto anni di distanza, torna a imporsi Danielle Williams in 12.43 (-0.2) beffando l’olimpionica Jasmine Camacho-Quinn (Portorico, 12.44) e Kendra Harrison (Usa, 12.46). Il nuovo padrone dei 400 è il ventunenne Antonio Watson con 44.22 sul britannico Matthew Hudson-Smith (44.31 dopo il record europeo di 44.26 in semifinale), bronzo a Quincy Hall (Usa, 44.37).