Basket> Virtus Roma, non riesce il colpo a Brindisi

foto Ciamillo

foto Ciamillo
Enel Brindisi- Acea Virtus Roma 72-62 (19-18, 28-28, 48-42)
Enel Brindisi: James 11, Todic 13, Bulleri ne, Formenti, Dyson 11, Lewis 7, Chiotti 5, Jurtom ne, Zerini, Snaer 9, Leggio ne, Campbell 16. All. Bucchi
Acea Virtus Roma: Goss 9, Jones 10, Tonolli ne, Righetti 2, D’Ercole, Taylor 5, Hosley 4, Alviti ne, Baron 15, Szewczyk 2, Moraschini 4, Mbakwe 11. All. Dalmonte
Sesta sconfitta in campionato per l’Acea Virtus Roma, che in trasferta contro l’Enel Brindisi perde 72-62 al termine di una gara dominata dalle difese.
La Virtus parte forte e trova subito il +6 con le triple di Jones e Goss, ma Brindisi risponde con un parziale di 8-0 grazie al canestro di Chiotti e ai due giochi da tre punti di Dyson e James. Roma trova il pari con Hosley, poi le due formazioni ingaggiano un duello punto a punto fino al termine del primo quarto.
Nella seconda frazione le squadre sono poco lucide in attacco e realizzano solo 2 punti per parte nei primi 4’ del periodo. L’Acea trova il sorpasso con Moraschini, Lewis prova l’allungo dall’arco ma Hosley impatta nuovamente. Goss riporta avanti la Virtus, Campbell trova la penetrazione del pareggio poco prima dell’intervallo.
Nella ripresa Roma torna subito avanti con Mbakwe, ma l’Enel replica con Lewis e Campbell e si porta sul +7. L’Acea accorcia con i punti di Jones e trova il -1 con una bella giocata di Moraschini, ma Todic sul finire della frazione riporta i pugliesi avanti di sei lunghezze. E’ ancora il bosniaco a spingere i padroni di casa sul +9 all’inizio dell’ultimo quarto. Roma rientra sul -4 ancora con Mbakwe, poi perde la testa, scivolando anche sul -15. Brindisi ne approfitta e piazza l’affondo decisivo con James e Dyson.
Questo il commento di coach Luca Dalmonte al termine della gara: «Se una squadra a 5’ dalla fine è a 2 possessi in un campo come questo e contro una squadra come la Enel, significa che nella globalità ha interpretato bene la gara. A quel punto lì, però, servivano freddezza e presenza, doti mentali che in queste situazioni sono prioritarie per tenere aperta la partita e per controllare la differenza canestri, che a un certo punto era il nostro obiettivo minimo e che non abbiamo gestito, travolti dall’onda fuori controllo che ci ha investito negli ultimi 5’.
Questo risultato per certi versi non premia la nostra partita per la sostanza della stessa, ma allo stesso tempo ci punisce perché giocare gli ultimi 2’ e mezzo senza controllo è una grande colpa da parte nostra. A 5′ dalla fine, però, eravamo li. Aver perso il manubrio della gara ci deve far fare una riflessione seria. Abbiamo smesso di soffrire e di sacrificarci e quel che è successo è sotto gli occhi di tutti. La mediocrità mentale imporrebbe di dire “ci può stare”, l’ambizione, senza che diventi presunzione, ci deve dire che abbiamo buttato un’occasione, visto quel che avevamo fatto fino a quel momento».

Ufficio Stampa