Ciclismo> A Bari con l’insidia pioggia e la protesta del gruppo la spunta Nacer Bouhanni

Dopo la piovosa tre giorni irlandese, il Giro d’Italia ha fatto ritorno nella nostra penisola, con la quarta tappa da Giovinazzo a Bari di 112 chilometri, la più breve della corsa rosa 2014, cronometro escluse. La clamorosa novità è stato il ritiro di Marcel Kittel (Giant-Shimano), dominatore delle tappe di Belfast e di Dublino, che si è arreso per un attacco febbrile.
Sono state quelle poche gocce di pioggia ad allarmare l’intero gruppo una volta entrato nel capoluogo pugliese per percorrere il circuito cittadino di otto giri: con l’asfalto scivoloso e infido, i corridori hanno preferito non rischiare ottenendo dalla giuria la neutralizzazione dell’ultimo giro, senza gli abbuoni in palio all’arrivo, pur di mantenere la corsa nella più totale sicurezza.
Nonostante ciò, il finale di tappa è stato da brividi con due cadute ravvicinate negli ultimi tre chilometri, il gruppo spezzettato in diversi plotoncini e gli sprinter, a caccia della vittoria, molto abili a non scivolare a terra. Nacer Bouhanni (Fdj) è riuscito ad avere la meglio allo sprint pur bucando una gomma a soli 10 chilometri dall’arrivo e i suoi compagni di squadra hanno dato il massimo per riportare il proprio capitano nella pancia del gruppo.
Uscito bene dall’ultima curva a sinistra, che immetteva sul rettilineo d’arrivo, Bouhanni ha impostato lo sprint al massimo riuscendo a precedere Giacomo Nizzolo (Trek Factory Racing), l’olandese Tom Veelers (Giant Shimano), Elia Viviani della Cannondale (primo all’unico traguardo volante di giornata a 3 giri dalla fine senza abbuoni) e Roberto Ferrari (Lampre-Merida).

Luca Alò
17/05/2014