Ciclismo> A Savona festeggia Rogers: è sempre più il Giro degli Australiani

Dopo la vittoria dell’Orica GreenEdge nella cronometro a squadre di apertura in Irlanda, il successo di Michael Matthews a Montecassino, le maglie rosa vestite da Matthews e da Cadel Evans, è ancora un corridore australiano a mettere la firma sulla corsa rosa: l’ex campione del mondo della cronometro Micheal Rogers (Tinkoff Saxo), varesino di adozione, ha trionfato nell’undicesima tappa da Collecchio a Savona.
Esaurita la fuga centrale di giornata, nella quale si erano messi in luce 14 corridori (tra cui Moreno Moser della Cannondale, Enrico Barbin e Manuel Bongiorno della Bardiani Csf), e la progressione di Julian David Arredondo sulla salita inedita a Naso di Gatto (e ancor prima suo l’altro Gpm di giornata in cima a Passo Tre Croci), Rogers ha fatto valere le sue spiccate qualità di cronoman con una veemente progressione in discesa, da grande finisseur, che non ha lasciato scampo al gruppo Maglia Rosa giunto sotto l’arrivo a 10 secondi dal corridore australiano e regolato in volata da Simon Geschke (Giant Shimano) ed Enrico Battaglin della Bardiani Csf, già quinto il giorno prima nella tappa con arrivo a Salsomaggiore Terme.
Al suo terzo Giro d’Italia in carriera, Rogers si è rilanciato dopo un periodo davvero difficile a livello umano e professionale in una giornata che, per il pluri iridato della cronometro (2003, 2004, 2005), rimarrà per sempre nella memoria e nel cuore come lui ha voluto sottolineare nella conferenza stampa dopo gara.
Frazione lunga ma controllata da Cadel Evans con grande lucidità: il simbolo del primato è sempre sulle sue spalle anche se è stato un po’ polemico verso il Team Androni Venezuela (impegnato nella rincorsa ai 14 fuggitivi) reo di non aver aspettato i corridori caduti a 50 chilometri dal traguardo tra cui il suo fido gregario Steve Morabito (quinto in classifica generale); tra i coinvolti e piuttosto malconci anche Diego Ulissi, il campione australiano a cronometro Luke Durbridge, Salvatore Puccio e il cronoman azzurro Adriano Malori.
“Mancavano tanti chilometri all’arrivo – precisa Evans – la fuga era a 2 minuti quindi mi sembrava normale aspettare. Quando non influenza il risultato, credo sia giusto anche pensare anche al lato umano e rallentare per attendere chi ha avuto la sfortuna di cadere”.

Luca Alò
23/05/2014