Ciclismo> Giro d’Italia 104: a Sega di Ala il recupero di Yates nel giorno fortunato di Martin e in quello meno brillante di Bernal

Quando le fughe da lontano arrivano a destinazione, la più bella ricompensa è la vittoria: così è stato in perfetto stile per Daniel Martin nell’arrivo inedito in salita del 104°Giro d’Italia a Sega di Ala che ha visto in gran spolvero Simon Yates (secondo di tappa) per recuperare terreno verso la zona podio e provare a riaprire i giochi per la conquista della Corsa Rosa.

Il colombiano Egan Bernal ha avuto qualche segnale di cedimento in maniera inaspettata ma senza mollare la sua maglia rosa conquistata il 16 maggio in Abruzzo a Campo Felice.

Nella 17°tappa tutta trentina da Canazei a Sega di Ala ci sono voluti 51 chilometri percorsi ad alta velocità affinchè la fuga si formasse: obiettivo raggiunto per i 19 battistrada Geoffrey Bouchard (Fra, AG2R Citroën Team), Simone Ravanelli (Androni-Sidermec), Giovanni Carboni (Bardiani CSF Faizanè), Luis Leon Sanchez (Spa, Astana-Premier Tech), Gianni Moscon (Ineos Grenadiers), Valerio Conti (UAE Team Emirates), Alessandro Covi (UAE Team Emirates), James Knox (GBr, Deceuninck-QuickStep), Pieter Serry (Bel, Deceuninck-QuickStep), Jan Hirt (Cze, Intermarché-Wanty-Gobert), Quinten Hermans (Bel, Intermarché-Wanty-Gobert), Andrea Pasqualon (Intermarché-Wanty-Gobert), Daniel Martin (Irl, Israel Start-Up Nation), Felix Grossschartner (Aut, Bora-Hansgrohe), Matteo Badilatti (Svi, Groupama-Fdj), Matteo Jorgenson (USA, Movistar Team), Antonio Pedrero (Spa, Movistar Team), Jacopo Mosca (Trek-Segafredo) e Dries De Bondt (Bel, Alpecin-Fenix) che si è aggiudicato il gran premio della montagna di Sveseri e i due traguardi volanti posti a Trento e a Mori.

Il Passo San Valentino ha fatto selezione con il gran premio della montagna in vetta ad appannaggio di Bouchard rimasto al comando insieme a Moscon, Martin, e Pedrero inseguiti dai soli Carboni e Ravanelli. Alle loro spalle, la Bike Exhcange di Simon Yates ha preso in mano le redini della situazione per fare la corsa a favore del proprio capitano in vista dell’ultima salita verso il traguardo.

La caduta nella discesa del passo di San Valentino ha tagliato fuori Vincenzo Nibali (Trek Segafredo), Remco Evenepoel (Deceuninck-Quick Step) e Giulio Ciccone della Trek Segafredo (frenato poco prima da problemi meccanici) costretti a mollare il gruppo dei migliori.

L’ascesa verso Sega di Ala ha assottigliato il gruppo maglia rosa lanciato all’inseguimento di Martin oramai quasi imprendibile mentre Hugh Carthy (GBr, EF Education Nippo) e Aleksandr Vlasov (Rus, Astana-Premier Tech) non sono riusciti a tenere le ruote dei migliori.

A 3,5 km dal traguardo si contavano solo quattro unità con Simon Yates (GBr, Team BikeExchange), Joao Almeida (Por, Deceuninck-Quick Step), Egan Bernal (Col, Ineos Grenadiers) e Daniel Martinez (Col, Ineos Grenadiers) Qualche chilometro dopo Yates è riuscito a sganciarsi in solitaria e il suo scatto è stato irresistibile per Bernal che ha proseguito con qualche affanno in compagnia di Martinez e Damiano Caruso (Bahrain Victorius).

Davanti Martin si è involato per aggiudicarsi la vittoria di tappa con 13 secondi di vantaggio su Almeida, terzo Yates a 30” sfruttando anche l’abbuono di 4 secondi.

Bernal ha perso 50 secondi da Yates ma sarebbero potuti essere molti di più se non ci fosse stato Martinez a supportare stoicamente il connazionale fino all’arrivo nel momento più critico.

Dopo i due giorni in maglia rosa di De Marchi nella prima settimana, per la Israel Start-Up Nation è la seconda vittoria di tappa al Giro (dopo quella di Alex Dowsett alla Giovinazzo-Vieste nel 2020) e la prima personale per Daniel Martin che in Italia era riuscito a vincere il Giro di Toscana nel 2010, la Tre Valli Varesine nel 2011 e il Giro di Lombardia nel 2014: “Non ho parole per descrivere questo successo. Sono venuto al Giro per fare bene e vincere almeno una tappa – ha dichiarato il corridore irlandese, professionista dal 2008 con 22 vittorie –. Volevo andare in fuga, non credevo che il gruppo mi avrebbe lasciato andare all’attacco. La mia squadra ha fatto un grande lavoro: devo ringraziarli. Avevo bisogno di una salita come questa e del sole per fare bene”.

Con il trionfo a Sega di Ala, Martin entra nel club di chi ha vinto una tappa in tutti i Grandi Giri (due al Tour de France e una alla Vuelta di Spagna).

Nonostante la gran fatica, ha potuto tirare un sospiro di sollievo Bernal per il nono giorno consecutivo in maglia rosa: “Alla fine un’altra tappa superata, Simon Yates è andato fortissimo, ha fatto una salita impressionante perché era molto adatta a lui. Ho provato a seguirlo ed ho pagato, forse ho sbagliato a rispondere direttamente. Io volevo controllare Caruso, quindi perdere 50 secondi mi sta bene. Queste sono giornate in cui rischi di perdere tutto. Questo Giro finisce solo a Milano, devo restare concentrato”.

Un enorme passo in avanti lo ha fatto Yates che dalla quinta è risalito in terza posizione a 3’23” da Bernal: “Abbiamo cercato di fare la differenza, è stata una tappa bellissima, finalmente con il bel tempo e quando c’è il sole io sto bene. Bernal? Un giorno negativo può capitare a tutti e poi ha un grande vantaggio su di me”.

Ai piedi del podio di questa 17°tappa il toscano Diego Ulissi: “La mia condizione sta migliorando giorno dopo giorno e mi sto rendendo conto che sto lasciando alle spalle i problemi che hanno condizionato il mio avvio di stagione. Il morale è quindi buono ma nelle tappe rimanenti, proverò a sfruttare eventuali nuove occasioni”.

Quinto posto di tappa a Caruso (ben supportato in salita dal compagno di squadra Pello Bilbao), ancora in crescita e riuscendo a gestirsi con gambe e testa nella speranza che possa salire meritatamente sul podio a Milano: “Quella di oggi è stata una delle tappe più difficili di questo Giro. L’ultima ora e mezza è stata davvero a tutto gas, soprattutto l’ultima salita che è stata molto dura. Come mi aspettavo, Yates ha attaccato e ha fatto la differenza ma ho preferito mantenere il mio ritmo fino al traguardo senza strafare”.

Tanta delusione sul volto di Ciccone che tra i vari inconvenienti meccanici e fisici post caduta (forte contusione alla schiena) è arrivato sul traguardo molto attardato (a 7’58”) ed è sceso al decimo posto in classifica a 11’06” da Bernal. Giornata-no anche per Evenepoel, 132° al traguardo a 36’28” dal vincitore.

ORDINE D’ARRIVO 17°TAPPA CANAZEI – SEGA DI ALA

1. Daniel Martin (Irl, Israel Start-Up Nation) 193 km in 4.54’38” media 39,303 km/h

2. João Almeida (Por, Deceuninck-Quick-Step) a 13”

3. Simon Yates (GBr, Team BikeExchange) a 30”

4. Diego Ulissi (UAE Team Emirates) a 1’20”

5. Damiano Caruso (Bahrain-Victorious) a 1’20”

6. Daniel Martínez (Col, Ineos Grenadiers) a 1’23”

7. Egan Bernal (Col, Ineos Grenadiers) a 1’23”

8. Antonio Pedrero (Spa, Movistar Team) a 1’38”

9. Pello Bilbao (Spa, Bahrain-Victorious) a 1’43”

10. George Bennett (NZl, Jumbo-Visma) a 2’21”

11. Tobias Foss (Nor, Jumbo-Visma) a 2’21”

12. Lorenzo Fortunato (Eolo Kometa) a 2’47”

28. Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) a 7’58”

49. Davide Formolo (UAE Team Emirates) a 17’55”

70. Vincenzo Nibali (Trek Segafredo) a 24’45”

132. Remco Evenepoel (Bel, Deceuninck-Quick Step) a 36’28”

CLASSIFICA GENERALE DOPO LA 16°TAPPA

1. Egan Bernal (Col, Ineos Grenadiers) 66.36’04”

2. Damiano Caruso (Bahrain Victorious) a 2’21”

3. Simon Yates (GBr, Team BikeExchange) a 3’23”

4. Aleksandr Vlasov (Rus, Astana-Premier Tech) a 6’03”

5. Hugh Carthy (GBr, EF Education-Nippo) a 6’09”

6. Romain Bardet (Fra, Team DSM) a 6’31”

7. Daniel Martínez (Col, Ineos Grenadiers) a 7’17”

8. João Almeida (Por, Deceuninck – Quick-Step) a 8’45”

9. Tobias Foss (Nor, Jumbo-Visma) a 9’18”

10. Giulio Ciccone (Trek-Segafredo) a 11’06”

11. Daniel Martin (Irl, Israel Start-Up Nation) a 13’37”

15. Davide Formolo (UAE Team Emirates) a 29’17”

20. Vincenzo Nibali (Trek Segafredo) a 45’12”

27. Remco Evenepoel (Bel, Deceuninck-Quick Step) a 1.03’12”

Credit fotografico LaPresse

Luca Alò
27/05/2021