Arriva la seconda medaglia per la squadra italiana ai Mondiali di Budapest: dopo l’argento centrato ieri sera da Leonardo Fabbri nel getto del peso, ecco il bronzo di Antonella Palmisano, terza nei 20km di marcia (1h27:26) con una prova di incredibile equilibrio e sofferenza, a spezzare l’incantesimo di due anni di infortuni e lacrime. Una caduta all’undicesimo chilometro fa rabbrividire per le possibili conseguenze, ma l’azzurra reagisce, mostra gli occhi della tigre, e quando la spagnola Maria Pèrez, a tre chilometri dal traguardo, si invola verso l’oro (1h26:51), riesce a mantenere la calma, conquistando il terzo gradino del podio (argento all’australiana Jemima Montag, 1h27:16). Una prova ad eliminazione, questa gara sui 20km, nella quale le migliori hanno preso subito il comando (in testa fin dal via le sette pronosticate), restando compatte fino all’azione decisiva, avvenuta tra il sedicesimo e il diciassettesimo chilometro. “Quello che conta è la testa – ricorda la Palmisano – ho imparato in questi due anni a vedere tutto il bello che c’è intorno a me, senza concentrami sui problemi. Ora so che posso andare avanti al meglio, ora l’appuntamento è con l’Olimpiade, c’è Parigi dietro l’angolo“.
E poi prosegue nel raccontare e raccontarsi: “Cadere e rialzarsi, è un concetto perfetto per la giornata di oggi, dopo la caduta alla boa – parola della tarantina di Mottola – mi è quasi servito perché in pochi secondi mi ha fatto vedere tutto quello che ho passato in due anni. Mi ha dato una carica che non mi ha aspettavo. Ho passato momenti in cui non vedevo più la luce. Momenti in cui il mio allenatore Patrizio Parcesepe mi diceva ‘pensa alla persona, e se non è il caso di continuare fermiamoci’. Quello che sto vivendo adesso è tanta felicità, tanta gioia: ho dimostrato a me stessa, e a lui, che l’atleta c’è, e anche la persona. Con qualche acciacco, ma ci sono. E possiamo sognare Parigi 2024”. Sulla gara: “Due momenti decisivi. Sicuramente la caduta, e poi quando hanno dato il cambio secco di ritmo: lì mi sono detta che avrei potuto prendere il terzo posto. Lo volevo tanto, non mi sono accontentata“. Il ricchissimo palmarès della pugliese (oro olimpico a Tokyo, bronzo mondiale a Londra 2017 e bronzo europeo a Berlino 2018) si arricchisce di nuovo metallo prezioso, in attesa dell’appuntamento a cinque cerchi, che la vedrà affrontare la prova da “defending champion”.
IL FILM DELLA GARA
Maria Perez porta l’oro alla Spagna (1h26:51), l’argento va all’australiana Jemima Montag (1h27:16), mentre il bronzo se lo mette al collo un’immensa Antonella Palmisano (1h27:26), che rompe l’incantesimo dopo due anni di problemi fisici. La peruviana Kimberly Garcia Leon è quarta, a sei secondi. Eleonora Giorgi è ventunesima (1h31:45), Valentina Trapletti ventitreesima (1h32:57).
19km – Ultimo chilometro. Perez ha 27 secondi di vantaggio, Montag è seconda con 19 secondi sulla Palmisano, sempre più sola al terzo posto. Finale di gara magnifico, che esalta per la bellezza del gesto e per solidità generale. La Spagna vola verso il bis, la squadra azzurra stringe i denti sperando nella seconda medaglia del Mondiale.
18km – Perez guadagna margine, gira intorno a 4:10, 14 secondi di vantaggio sull’australiana Montag, 34 su Palmisano, Morejon e Gonzalez. L’azzurra lotta con le energie residue, e sembra averne ancora di utili per arrivare al bersaglio. Con pazienza guadagna margine, e in questo chilometro riesce a restare sola, al terzo posto. Brividi lungo la schiena, la Palmisano è virtualmente di bronzo quando mancano poco più di mille metri di gara.
16km – La spagnola Perez produce un violento cambio di ritmo (frazione da 4:06) che sconquassa gli equilibri. Guadagna quattro secondi sull’australiana Montag, e undici sulle prime quattro inseguitrici (diciamo in lotta, in questa fase, per il bronzo): Garcia Leon, Morejon, Gonzalez e Palmisano, mentre si staccano le due cinesi Ma e Yang. E’ il momento di stringere i denti, di soffrire, di mettere sul tavolo classe e talento. La pugliese è lì, in corsa per un posto ai piedi dell’iride.
15km – Si rallenta ancora (1h06:04, frazione di 5km in 22:21) e questo consente a Glenda Morejon (Ecuador) di rientrare nel gruppo di testa. Otto atlete al comando, con Antonella Palmisano che in più di una circostanza va in testa a guidare, ma che fa ancora fatica nella curva a 180 gradi che inverte la direzione di gara. Giorgi (17esima, 1h07:27) e Trapletti (20esima, 1h08:32) si confermano nelle posizioni immediatamente a ridosso delle prime.
10km – Seconda frazione di 5 chilometri più lenta della prima (21:59, passaggio in 43:43), il ritmo decresce e in più di un’occasione le sette atlete si ritrovano non più in fila indiana ma affiancate. Garcia Leon allenta la morsa sulle avversarie, probabilmente cercando di scrutarne le intenzioni. Giorgi in risalita (sedicesima, 44:45) precede Valentina Trapletti (44:51). Nel passaggio successivo, brivido per Antonella Palmisano: nel passaggio alla boa, cade e urta violentemente il terreno (con la caviglia destra che compie una torsione visibile), ma si rialza e nel giro di poche centinaia di metri, recupera il contatto con le prime. Apparentemente senza conseguenze.
5km – Il passaggio ai 5km, fotografa una situazione piuttosto chiara: sette atlete al comando (parziale di 21:44), con margine di vantaggio sulle prime inseguitrici di tredici secondi. Detta il ritmo la peruviana Garcia Leon (oro iridato su 20 e 35 km a Eugene lo scorso anno), mentre completano il gruppo la spagnola Perez, le cinesi Ma e Yang, la messicana Gonzalez, l’australiana Montag, e l’azzurra Antonella Palmisano, sempre fluida nell’azione e apparentemente senza alcuna difficoltà. Valentina Trapletti è diciannovesima (22:08), Eleonora Giorgi ventitreesima (22:13).