Mondiali, Tamberi in finale col brivido. Dosso record italiano nei 100 metri

Budapest 19 al 27/08/ 2023 Campionati mondiali di atletica leggera, . World Athletics Championships Budapest23 - foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

Con il brivido (terzo tentativo) Gimbo accede alla finale mondiale di martedì, alla quale è ammesso anche il piemontese che non trovava queste misure da 6 anni. Zaynab eguaglia il primato italiano della Levorato. Osakue c’è

Tre azzurri che conquistano la finale, un record italiano, sei promozioni per le semifinali. È una bella mattinata anche allo stadio di Budapest nella seconda giornata dei Mondiali aperta dallo splendido bronzo di Antonella Palmisano sui 20 chilometri di marcia. Nell’alto superano la qualificazione con 2,28 il campione olimpico Gianmarco Tamberi, che si salva al terzo e ultimo tentativo con un’ennesima prova di carattere e va avanti con il brivido, e Marco Fassinotti, a segno con il secondo salto ritrovando una misura che non raggiungeva da sei anni. In finale nel disco Daisy Osakue che agguanta il pass all’ultimo lancio con 61,31, dodicesima del turno eliminatorio. Nei 100 metri Zaynab Dosso eguaglia in batteria con 11.14 (+0.4) dopo ventidue anni il record italiano di Manuela Levorato, stabilito a Losanna il 4 luglio del 2001, e guadagna il biglietto per la semifinale come Davide Re che corre in 45.07 nei 400 metri, realizzando il suo miglior crono delle ultime due stagioni. En plein degli ostacolisti, tutti qualificati alle semifinali: nei 400hs Alessandro Sibilio (49.50) al rientro dopo l’infortunio e Mario Lambrughi che sfiora il personale con 49.05, nei 110hs semaforo verde per Lorenzo Simonelli (13.50/0.0) e Hassane Fofana (13.53/+0.5). Nel pomeriggio le finali di Larissa Iapichino nel lungo, Yeman Crippa sui 10.000 metri e il doppio turno con semifinale ed eventuale finale dei 100 metri con Marcell Jacobs, oltre alle semifinali dei 1500 con Gaia Sabbatini, Ludovica Cavalli e Pietro Arese.

ALTO – “Non sembra, ma sto bene – le parole di Tamberi – e non avrei mai accettato di sbagliare quel salto, non me lo sarei perdonato. Stavolta avevo già la testa alla finale e allora ho fatto fatica in una qualificazione che mi ha fatto soffrire anche qui. Se fosse un esame sarei stato bocciato, questa mattinata mi ha messo dei dubbi, ma devo togliermeli dalla testa e tirare fuori tutto quello che c’è in me”. Che brividi, sotto il sole della domenica di Budapest, ma ci saranno due azzurri in finale nell’alto. Al termine di una qualificazione lunghissima, durata oltre due ore e mezza, superano lo scoglio Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti con 2,28 si rivela la misura necessaria per andare avanti. Rischia tantissimo il campione olimpico Tamberi, a segno solo con il terzo e ultimo tentativo. Quando si trova con le spalle al muro, in una prova senza appello, Gimbo tira fuori tutta la classe e la carica agonistica che lo contraddistinguono da sempre. È invece il secondo salto quello buono per Fassinotti, tornato a quote che non toccava da sei anni. In tredici chiudono con 2,28 verso la finale di martedì sera dalle 19.58. Esce di scena Stefano Sottile, con 2,22 alla terza e poi tre nulli a 2,25. La gara di Tamberi comincia a 2,22 senza problemi, dopo aver scelto come Barshim di non cimentarsi alle due misure iniziali (2,14 e 2,18). Poi arrivano le difficoltà, con l’anconetano che sbaglia nettamente il primo a 2,25 e raddrizza la situazione al secondo tirando un sospiro di sollievo, sdraiato sui sacconi di ricaduta. Con l’asticella a 2,28 è soltanto abbozzato il primo salto, fallito di poco il secondo. In classifica è quattordicesimo, per colpa della “X” a 2,25, e quindi sarebbe sicuramente eliminato nel caso di un altro errore. La curva piena di spettatori italiani, dove campeggia lo striscione “Gimbo facci sognare”, lo incita ma è tutto lo stadio a battere le mani per Tamberi, da sempre idolo del pubblico a ogni latitudine. Il salto è buono, pulito, con il capitano azzurro che poi si inginocchia a terra, con le mani giunte, ed esclama ‘mamma mia!’… È fatta, è in finale dove potrà inseguire l’unica medaglia che non è ancora nella sua bacheca. Diversa la gara di Fassinotti, che trova sicurezza nel corso della mattinata: 2,14 dopo un errore e anche a 2,18 sbaglia una volta, poi 2,22 alla prima e 2,25 alla seconda per firmare il primato stagionale. Anche a 2,28 il torinese commette un nullo, ma esulta al secondo ingresso in pedana per una misura che gli mancava dal 2017 e conquista la sua prima finale mondiale all’aperto, a 34 anni. Percorso netto per tre atleti: l’altro campione olimpico Mutaz Barshim (Qatar), Ju’Vaughn Harrison (Usa) e il giapponese Ryoichi Akamatsu, eliminato il neozelandese Hamish Kerr, che l’anno scorso ha condiviso il bronzo mondiale indoor con Tamberi.

100 – Si fa la storia nelle batterie dei 100 metri, con il primato italiano eguagliato dopo ventidue anni. L’impresa è di Zaynab Dosso che sfreccia in 11.14 (+0.4) e pareggia il crono di Manuela Levorato: era il 4 luglio del 2001 a Losanna. Nell’appuntamento clou, dopo i problemi fisici che l’hanno frenata nella prima parte di stagione, la 23enne delle Fiamme Azzurre vola sulla pista di Budapest per coronare l’inseguimento al record già avvicinato l’anno scorso con 11.19 a Savona. Coglie un’ottima partenza l’emiliana, terza e qualificata di diritto, ma per metà gara viaggia a fianco dell’eccentrica Sha’Carri Richardson che fa subito sul serio con 10.92 superando la giamaicana Natasha Morrison (11.02). La britannica Imani Lansiquot corre sub judice dopo una falsa partenza e precede l’azzurra, che sarebbe comunque promossa in base ai tempi. “Ci credevo fortemente – racconta Zaynab Dosso – dopo una stagione traballante e sono super emozionata. L’obiettivo era il record italiano, l’unico modo per accedere alla semifinale. Era nelle mie corde, ma finora non ero riuscita a dimostrarlo. Essere partita davanti a Sha’Carri Richardson mi ha dato tanta sicurezza e spero di aggiustare qualcosa domani”.

DISCO – Solo al terzo e ultimo tentativo Daisy Osakue piazza un lancio a 61,31 nella qualificazione del disco. Più lungo il primo, apparentemente vicino ai 62 metri però nullo di pedana, mentre il secondo atterra a 58,77. Non è la misura che avrebbe voluto la primatista italiana, arrivata quest’anno a 64,57, ma in classifica provvisoria si trova in settima posizione e deve aspettare il successivo gruppo. Dopo una lunga attesa di un’ora e mezza, il verdetto è quello sperato: con il dodicesimo posto, l’ultimo utile, la torinese è in finale ai Mondiali per la prima volta in carriera, due anni dopo la finale olimpica di Tokyo. Basta invece un lancio alla statunitense Valarie Allman, oro a cinque cerchi, che spedisce subito l’attrezzo a 67,14.

OSTACOLI – Stesso piazzamento, il quarto posto nella rispettiva batteria, che vale la semifinale ottenuta dalla porta principale e senza dover aspettare i risultati degli altri per i due azzurri dei 110 ostacoli. Prosegue la corsa di Lorenzo Simonelli, in 13.50 con vento nullo, e assolve in pieno il suo compito anche Hassane Fofana, 13.53 (+0.5) con qualche incertezza iniziale e maggiore fluidità nell’ultimo tratto di gara. Si torna in pista lunedì: turno intermedio alle 20.05, eventuale finale alle 21.40. Doppio pass nelle batterie dei 400 ostacoli. Entrambi gli azzurri approdano in semifinale e si qualifica grazie al piazzamento Alessandro Sibilio che arriva quarto in 49.50 preceduto per questione di millesimi dal qatarino Bassem Hemeida, mentre il fenomeno norvegese Karsten Warholm (48.76) cede il successo al francese Wilfried Happio (48.63). Non può essere al massimo della forma il partenopeo, con pochi allenamenti nelle gambe dopo l’infortunio di un mese fa a Montecarlo, ma il primo obiettivo è raggiunto e ci sono margini di progresso quando sarà il momento di tornare in pista, domani sera. Corre decisamente più forte Mario Lambrughi, autore di un ottimo 49.05 mancando il personale di soli sei centesimi: sesto il brianzolo, che viene premiato dalla “q” minuscola con il quarto e ultimo tempo di recupero. Nel primo round il migliore è Alison dos Santos, 48.12 per il brasiliano campione del mondo in carica.

400 – Va in semifinale Davide Re nei 400 metri, quarto con 45.07 ma qualificato in base ai tempi. Convincente la prova del recordman italiano, che riesce a distribuire bene sul giro di pista con una bella chiusura: è il suo miglior crono delle ultime due stagioni, a tre decimi dal primato nazionale, nella batteria del grenadino Kirani James (44.91). Sbalorditivo il ventenne norvegese Havard Ingvaldsen con 44.39 e trema ancora una volta lo storico record europeo di Thomas Schoenlebe, 44.33 a Roma ’87. Al femminile si esprime al meglio delle sue possibilità Alice Mangione. L’azzurra con 51.57 è sesta in batteria, ad appena un decimo dal personale, anche se non basta per essere promossi con i tempi di recupero. All’indomani della staffetta mista dove ha corso l’ultima frazione, e in vista della 4×400 femminile, la siciliana conferma in ogni caso di aver recuperato dai problemi al polpaccio che le hanno impedito di gareggiare in finale agli Assoluti di Molfetta. Davanti si impone la polacca Natalia Kaczmarek (50.02), complessivamente la più veloce è la dominicana Marileidy Paulino con 49.90. Per qualificarsi sarebbe servito il 51.27 della colombiana Evelis Aguilar, ultima delle ripescate.