Diamond League Xiamen: vince Diaz con 17,43, Jacobs 10.05

In Cina secondo successo dell’anno nella Diamond League per il triplista che batte l’iridato Zango. Il campione olimpico nei 100 pareggia lo stagionale, Folorunso 54.08 sui 400hs

Una vittoria italiana a Xiamen, nella tappa cinese della Wanda Diamond League. È quella nel triplo di Andy Diaz che atterra a 17,43 (-0.7) all’ultimo salto, incrementando il 17,25 (-0.3) del secondo turno con cui si era portato al comando. Per il primatista nazionale è il secondo successo dell’anno nel massimo circuito, dopo aver trionfato al Golden Gala di tre mesi fa a Firenze con il record di 17,75. L’atleta che si allena a Castelporziano (Roma), e che attende di poter rappresentare l’Italia nelle competizioni internazionali, si toglie la soddisfazione di battere il fresco campione del mondo Hugues Fabrice Zango (Burkina Faso), oro a Budapest, sconfitto con 17,22 (-0.6). Ancora un’ottima prova di Ayomide Folorunso nei 400 ostacoli. La finalista mondiale è quarta in 54.08 con il secondo tempo in carriera, a soli diciannove centesimi dal suo record italiano della scorsa settimana. Il campione olimpico Marcell Jacobs corre in 10.05 (+0.4) sui 100 metri, dopo l’argento iridato nella 4×100, e pareggia il primato stagionale ottenuto in semifinale ai Mondiali. Al traguardo si piazza settimo mentre vola lo statunitense Christian Coleman che eguaglia la migliore prestazione dell’anno al mondo con 9.83 davanti al 9.85 del sorprendente giamaicano Kishane Thompson, terzo Fred Kerley in 9.96. Negli 800 è dodicesimo Simone Barontini in 1:45.42 e il keniano Emmanuel Wanyonyi si prende la rivincita dei Mondiali realizzando la world lead con 1:43.20 sul canadese Marco Arop (1:43.24), quindicesima Gaia Sabbatini nei 1500 in 4:07.94, nel disco senza misura Daisy Osakue con tre nulli. In cima alle liste mondiali di questa stagione anche l’ucraina Yaroslava Mahuchikh con 2,02 nell’alto e la keniana Beatrice Chebet sui 3000 in 8:24.05.

DIAZ FA IL BIS – Secondo urrà dell’anno in Diamond League per Andy Diaz. Come nell’ultimo confronto diretto, vinto a suon di record italiano con 17,75 al Golden Gala di Firenze, anche stavolta riesce ad avere la meglio su Hugues Fabrice Zango, il saltatore del Burkina Faso che nel frattempo ha conquistato l’oro (17,64) ai recenti Mondiali di Budapest. Aspettava da tempo questa gara in Cina il 27enne della Libertas Unicusano Livorno, cubano di nascita, che da un paio di anni ha scelto l’Italia per allenarsi con il campione azzurro Fabrizio Donato. Non può ancora indossare la maglia della Nazionale, in attesa del via libera da World Athletics, e allora ha dovuto guardare la rassegna iridata da spettatore. A Xiamen apre con 16,70 (-0.7) regalando ben 38 centimetri all’asse di battuta e atterrando in piedi, ma passa in testa al secondo tentativo con 17,25 (-0.3), poi 16,95 e un nullo prima di rinunciare al quinto. È ancora leader della gara, davanti al 17,07 di Zango. Lontani gli altri, con lo statunitense Donald Scott a 16,65 (-0.8) e l’algerino Yasser Triki che salta 16,48 (-0.8) dopo il quinto posto di Budapest. All’ultima prova Diaz allunga a 17,43 (-0.7) e l’africano risponde con 17,22 (-0.6) che non basta per il successo. Con questa misura sarebbe stato argento ai Mondiali. “Sono entrato in pedana con un po’ di tensione – commenta Diaz – perché non ho potuto gareggiare a Budapest, poi mi sono rilassato. Non sentivo la pressione del confronto con il campione del mondo, ma puntavo alla misura. Sto benissimo, so che posso fare ancora di più. Ed è importante aver fatto il miglior salto all’ultimo tentativo, perché quest’anno finora non ci ero riuscito nella stagione all’aperto. Sapevo di non essere al sicuro, dovevo farlo e sono contento”. Dopo aver valutato il recupero da questa gara potrebbe tornare in azione mercoledì al meeting di Rovereto, per godersi il calore del pubblico italiano, prima della finale di Diamond League a metà settembre a Eugene dove difenderà il titolo vinto nella scorsa edizione.

FOLORUNSO QUARTA – Ormai è in una nuova dimensione Ayomide Folorunso. Sempre più costante su uno standard di rendimento decisamente superiore a quello di poche settimane fa, se è vero che i migliori cinque risultati della carriera nei 400 ostacoli sono arrivati nelle ultime cinque gare. Anche a Xiamen si esprime al massimo e va ancora vicina al muro dei 54 secondi già sfondato a Budapest con il record italiano di 53.89 in semifinale. Per la 26enne delle Fiamme Oro, sesta ai Mondiali, c’è il quarto posto in rimonta con 54.08 sfiorando la terza posizione della giamaicana Janieve Russell (54.01) che chiude dietro alle connazionali Rushell Clayton, vincitrice in 53.56, e Andrenette Knight, 53.87. Ma “Ayo” riesce a superare l’ucraina bronzo europeo Anna Ryzhykova (54.35) e Anna Cockrell (Usa, 54.56) che era stata quinta a Budapest davanti all’emiliana. “Questo risultato tiene alta la media stagionale – racconta l’azzurra – anche se non mi sentivo al 100 per cento. Speravo anche di agguantare il terzo posto a dirla tutta, quindi mi rimane ancora voglia e fame di mettere la ciliegina su una stagione già da record. Comincio a sentirmi a casa tra le migliori al mondo della specialità ed è una sensazione bellissima che mi riempie il cuore di gratitudine”.

COLEMAN 9.83 – Si ripete Marcell Jacobs. Una settimana dopo l’esaltante medaglia d’argento nella 4×100 ai Mondiali, lo sprinter delle Fiamme Oro chiude ancora con il tempo di 10.05 (vento +0.4) nei 100 metri. È lo stesso crono della semifinale iridata, che in Cina vale il settimo posto nella gara più veloce dell’anno. Sfreccia davanti a tutti Christian Coleman, campione mondiale nel 2019 e quinto a Budapest, al successo in 9.83 per firmare il miglior risultato al mondo di questa stagione, al pari di Noah Lyles nella finale iridata e del britannico Zharnel Hughes al meeting di New York. Alle sue spalle Kishane Thompson, 22enne giamaicano che toglie sei centesimi al suo primato con 9.85. Più staccati gli altri a cominciare da Fred Kerley, terzo in 9.95, argento olimpico e l’anno scorso campione iridato, che per la prima volta precede Jacobs in uno scontro diretto. Poi l’altro americano oro in staffetta Brandon Carnes (10.01), il bronzo mondiale indoor Marvin Bracy (10.02) e il ‘jam’ Yohan Blake (10.04), quindi ottavo il cinese Xie Zhenye (10.12) e nono Rohan Watson (10.18) che era stato terzo ai Mondiali con la staffetta della Giamaica.

GLI ALTRI AZZURRI – Alla sua prima presenza in Diamond League, meritata con la brillante prova di Budapest dove ha corso in 1:44.34 a undici centesimi dalla finale, per Simone Barontini il compito è tutt’altro che agevole in quella che si rivela la gara più veloce dell’anno sugli 800 metri. Il duello tra i primi due dei Mondiali spinge entrambi al personale, ma qui vince il keniano Emmanuel Wanyonyi che piega in volata l’iridato canadese Marco Arop (1:43.20 contro 1:43.24) con il francese Benjamin Robert al terzo posto (1:43.88). L’anconetano delle Fiamme Azzurre di fronte a ritmi difficili da sostenere (49.68 ai 400 del pacer Erik Sowinski) viaggia in coda al gruppo e chiude dodicesimo in 1:45.42. “Ero un po’ fuori giri sin dall’inizio – le parole di Barontini – poi ho pagato un errore ai 500 metri, quando c’è stato un contatto e mi sono trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, ma ce l’ho messa tutta fino alla fine”. Tra le donne, nei 1500 metri, l’etiope Freweyni Hailu (3:56.56) prevale di misura sulla keniana Nelly Chepchirchir (3:56.72) mentre Gaia Sabbatini (Fiamme Azzurre) perde contatto dal treno delle migliori, quindicesima al traguardo con 4:07.94. Non è la giornata di Daisy Osakue (Fiamme Gialle) che incappa in tre nulli nel disco della cinese Feng Bin, 67,41 all’ultimo lancio per scavalcare la croata Sandra Perkovic (67,32), terza la campionessa mondiale Laulauga Tausaga (Usa, 64,31).

PARCHMENT NEI 110HS – In una delle sfide più attese, sui 110 ostacoli, l’olimpionico giamaicano Hansle Parchment con 12.96 (0.0) dopo l’argento di Budapest mette in fila l’argento Daniel Roberts (Usa, 13.03) ma soprattutto l’americano tre volte d’oro Grant Holloway, terzo in 13.12. Dominio nell’alto di Yaroslava Mahuchikh. L’iridata ucraina pareggia la migliore prestazione dell’anno al mondo con 2,02 al primo tentativo, dopo aver superato senza errori anche 1,98 mentre era dovuta ricorrere alla terza prova a 1,95. World lead nei 3000 per la keniana Beatrice Chebet, bronzo mondiale dei 5000, con 8:24.05 mentre al secondo posto emerge la messicana Laura Galvan (8:28.05). Si conferma fuori portata per le avversarie la dominicana Marileidy Paulino nel giro di pista in 49.36, come il marocchino Soufiane El Bakkali sui 3000 siepi con 8:10.31 rallentando negli ultimi metri. Nei 400 il grenadino Kirani James, già oro olimpico e iridato, si riscatta dalla squalifica in finale ai Mondiali e vince al fotofinish in 44.38 nei confronti di Quincy Hall (Usa), bronzo a Budapest che si piazza secondo con lo stesso crono. La numero uno del lungo è ancora la serba Ivana Vuleta: 6,88 (-0.4) per la neocampionessa del mondo che supera il 6,79 di Marthe Koala (Burkina Faso) e il 6,71 della nigeriana Ese Brume. Dopo quattro anni il circuito dei diamanti è tornato in Cina e per la prima volta nell’avveniristico stadio Egret (in italiano ‘airone’) di Xiamen, in una serata con trentuno gradi di temperatura nella città della costa sud-orientale che conta tre milioni e mezzo di abitanti.