Ciclismo> San Giovanni d’Asso e San Quirico d’Orcia tra i luoghi capofila della Granfondo Città di Chianciano Terme

Anche i comuni di San Giovanni d’Asso e San Quirico d’Orcia sono tra quelli capofila del passaggio della Granfondo Città di Chianciano Terme-Fortunato Baliani in programma domenica 3 luglio per la validità di prova del Master Club Circuito Tricolore e del campionato regionale FCI Toscana mediofondo e granfondo.
L’evento granfondistico organizzato dall’Asd Mtb Chianciano e articolato nei due percorsi di 142 e 108 chilometri, ha il grande pregio di mettere in risalto il proprio territorio e di attrarre l’interesse da parte degli atleti e degli accompagnatori a trascorrere un fine settimana speciale di inizio estate non solo nella rinomata Città delle Terme ma anche godere delle suggestioni che solo il tipico paesaggio toscano sa offrire nei dintorni di Chianciano. Per questo motivo è stata sottoscritta da parte degli organizzatori una speciale promozione pernottamento per chi viene da lontano: gli iscritti che vengono da oltre 250 chilometri hanno un pernotto gratuito ogni due paganti.
Sul fronte iscrizioni alla corsa, fino al 2 luglio si può ancora sfruttare la quota di 30 euro per i ciclomaster e di 20 euro per i cicloturisti. Le agevolazioni sono riservate anche a tutti i gli abbonati del neonato circuito Fantabici: coloro che parteciperanno a Chianciano Terme, potranno usufruire di uno sconto del 15-20% sulla quota di iscrizione.
Il borgo di San Giovanni d’Asso (transito al chilometro 38 della gara) trae origine da un’antica pieve longobarda, sorta agli albori del cristianesimo in Italia, sulla quale viene eretto un castello. La sua opera di edificazione, avvenuta tra il XII ed il VIV secolo, avviene su progetto di Agostino e Agnolo di Ventura. All’inizio del XII secolo il borgo si attesta come feudo del conte Paltonieri di Forteguerra. Nel 1551 viene donato al comune di Siena, ma in seguito un gran numero di famiglie signorili si avvicendano nel suo possesso. Sempre sotto la sovranità senese, il borgo passa ad Ugolino Scolari, quindi agli Ardengheschi di Civitella. Parallelamente, si sviluppa anche la realtà di un altro borgo del territorio dell’odierno comune, quello di Montisi, prima autonomo, poi negli ultimi anni del Trecento annesso alle proprietà dell’Ospedale della Scala, che lo organizza come una “grangia”, ovvero una fattoria fortificata. A metà del XIII secolo il castello di san Giovanni viene acquistato dai Buonsignori, quindi passa ai Salimbeni ed infine ai Petroni. Si consolida di fatto una realtà rurale dominata dalle varie signorie cittadine senesi. Solo verso la metà del Quattrocento il comune di Siena pone San Giovanni sotto la sua diretta amministrazione. Un secolo più tardi, insieme a tutto il territorio del senese, San Giovanni entra a far parte del Granducato Toscano dei Medici, cui succedono i Lorena nel XVIII secolo. La vita economica nel territorio, sempre ai margini delle grandi vie del commercio, si è sempre basata quasi esclusivamente sull’agricoltura, soprattutto dopo la bonifica del Piano dell’Asso, avvenuta nel Duecento per opera dei senesi. Alle coltivazioni classiche (cereali, vite ed olivo) si aggiunge negli ultimi secoli quella del gelso e, di conseguenza, l’allevamento del baco da seta. Il mancato sviluppo industriale nel dopoguerra dell’area ha provocato uno spopolamento, fenomeno piuttosto comune ai centri rurali della Toscana.
Ogni anno a San Giovanni d’Asso è la Mostra mercato del tartufo marzuolo delle Crete Senesi, un’iniziativa che regala piacevoli momenti per il palato con la degustazione di piatti prelibati, accompagnata da passeggiate alla ricerca del tubero con la guida dei tartufaisenesi. E infine, per chi desidera “viaggiare” nella storia del Tartufo a San Giovanni D’Asso è possibile visitare il Museo, dedicato al preziosissimo tubero.
Dopo il 50° chilometro di corsa nel percorso lungo, al culmine di una salita di 2 chilometri dove è posto il ristoro e il controllo, si transita per il borgo di San Quirico d’Orcia un borgo antichissimo di probabile origine etrusca, posto a 424 metri sul livello del mare, immerso in un paesaggio fatto di colline, oliveti, vigneti e di boschi di querce. Un luogo dove si ha il connubio perfetto tra paesaggio naturale e opera dell’uomo.
San Quirico d’Orcia è tra i luoghi da visitare assolutamente in questo scenario incantato, per le sue splendide rocche e per le sue pievi medievali tra cui la Collegiata e la Chiesa di San Francesco. La Pieve di San Quirico è un edificio romanico dove all’interno si può ammirare una pala dipinta da Sano di Pietro, pittore di scuola senese del XV secolo.
Sulla piazza centrale del paese sorge la Chiesa di San Francesco che ospita al suo interno vari elementi gotici. Il centro storico è particolarmente pittoresco per le stradine lastricate e le fontane di pietra. Il borgo sorgeva sulla Via Francigena, testimoniata dalla presenza dell’Ospedale della Scala, luogo dove veniva offerta ospitalità ai pellegrini. Meritano poi una visita i resti della torre del Cassero e gli Horti Leonini, tipico giardino cinquecentesco da cui si accede da un’entrata tra le mura e la piazza.
La presenza elevata di beni artistici, architettonici e naturali ne fanno un’area culturale di rilievo importantissimo riconosciuto in tutto il mondo, così San Quirico d’Orcia con altri cinque comuni è considerato una parte considerevole del Parco Artistico Naturale Culturale della Val d’Orcia.
Suggestiva è una piccola frazione di San Quirico d’Orcia, il cui centro si è sviluppato attorno a una grande vasca da cui sgorgano acque termali. Bagno Vignoni è una termale riconosciuta fin dagli etruschi per le proprietà terapeutiche e benefiche delle sue acque.

Tutte le informazioni complete sulla Granfondo Città di Chianciano Terme-Fortunato Baliani sono consultabili al link http://www.chianciano.com/granfondo/

Luca Alò