Ciclismo> Julian Alaphilppe, et voilà! È lui sul trono dei mondiali professionisti di Imola 2020

Un mondiale vinto con la forza e con la testa, rischiando il tutto per tutto: a gioire per la sua prima medaglia d’oro iridata tra i professionisti è stato Julian Alaphilippe che si è presentato da solo con le braccia levate al cielo dentro l’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola dopo una fuga solitaria di una decina di chilometri.

Negli ultimi anni, il francese in forza alla Deceuninck-Quick Step ha sempre dato spettacolo come miglior interprete a livello internazionale delle corse di un giorno (Strade Bianche, San Sebastian e Freccia Vallone), delle classiche monumento (Milano-Sanremo), nelle tappe dei grandi giri (5 al Tour e 1 alla Vuelta) e ora il Campionato del Mondo: una conferma che la classe di Alaphilippe brilla ancora una volta negli appuntamenti che contano, riportando la Francia sul tetto del mondo 23 anni dopo Laurent Brochard.

I 177 professionisti in rappresentanza di 43 squadre nazionali non sono stati risparmiati da un percorso esigente di circa 258 chilometri, molto nervoso e senza tregua con le salite di Mazzolano e Cima Gallisterna superate ben nove volte, per tornare nel medesimo autodromo che consacrò nel 1968 il trionfo iridato di Vittorio Adorni.

Jonas Koch (Germania), Torstein Traeen (Norvegia), Marco Friedrich (Austria), Daniil Fominykh (Kazakistan), Yukiya Arashiro (Giappone), Eduard Grosu (Romania) e Ulises Castillo (Messico) hanno tenuto viva la fuga che si è spenta a una settantina di chilometri dal traguardo.

Al penultimo giro lo sloveno Tadej Pogacar, re del Tour de France 2020, si è lanciato in un tentativo solitario e troppo precoce, nonostante lo sforzo supplementare per aver cambiato la bici dopo una foratura e inseguito a lungo il gruppo.

Dopo la resa di Pogacar, sulla penultima salita di Mazzolano Tom Dumoulin (Olanda), Richard Carapaz (Ecuador), Mikel Landa (Spagna) e Vincenzo Nibali (Italia) hanno tentato l’allungo ma senza fortuna.

Sono stati tanti gli scatti che hanno scremato il gruppo dei migliori e alle pendici dell’ultima ascesa di Cima Gallisterna si sono ritrovati in testa Greg Van Avermaet (Belgio), Marc Hirschi (Svizzera), Julian Alaphilippe (Francia), Jakob Fuglsang (Danimarca), Wout van Aert (Belgio), Primoz Roglic (Slovenia) e Michal Kwiatkowski (Polonia).

Un ritmo insostenibile per gli inseguitori Dumoulin, Nibali, Landa, Alejandro Valverde (Spagna), Micheal Woods (Canada), Rigoberto Uran (Colombia) e Maximilian Schachmann (Germania), solo per citarne alcuni, pagando lo sforzo nel momento in cui Alaphilippe ha preso il coraggio a quattro mani per poter fare la differenza dal gruppetto di testa e senza esitare.

L’uomo che ha entusiasmato i propri connazionali al Tour de France nel 2019 ha allungato quel poco che gli è bastato per confezionare il suo capolavoro iridato in perfetta solitudine con le lacrime agli occhi e con il pensiero rivolto al suo defunto padre: “Diventare campione del mondo è un sogno che finalmente si realizza. In passato ci sono andato vicino ma non sono mai salito sul podio. È stata una giornata da sogno, ancora non realizzo cosa sono riuscito a combinare. Sull’ultima salita sono andato a tutta per prendere un po’ di vantaggio prima della discesa. Non ho pensato, ma ho solo dato tutto quello che avevo” ha dichiarato Alaphilippe, professionista dal 2016 che debutterà in maglia iridata il 30 settembre alla Freccia Vallone (vinta due volte consecutive nel 2018 e nel 2019).

Alle spalle del corridore transalpino, Van Aert e Hirschi hanno completato il podio iridato, quarta piazza per Kwiatowski, quinta per Fulgsang e sesta per Roglic.

Un po’ sottotono la prestazione della nazionale italiana guidata dal cittì Davide Cassani che voleva onorare al meglio il fattore campo e alla quale è mancata quell’incisività per reggere i ritmi altissimi dei big nelle fasi concitate della corsa a Cima Gallisterna, in un mondiale impegnativo ma non alla portata degli scalatori puri.

Lo stesso Cassani plaude il comportamento dei suoi ragazzi: “Non posso rimproverare nulla a loro, il percorso sapevamo essere difficile e Nibali nell’ultimo giro ci ha provato. La Gallisterna si è dimostrata più adatta ad atleti esplosivi come Alaphilippe che ha lasciato sul posto tutti gli altri favoriti. Difficile per noi fare meglio”.

Orfana di Davide Formolo (ancora convalescente dopo la frattura alla clavicola rimediata al Tour), Gianni Moscon e Giulio Ciccone (stoppato dal Covid-19), la nazionale azzurra è riuscita a portare un corridore nella top-10 per il quinto mondiale di fila con Damiano Caruso che ha provato a dire la sua in un contesto esclusivo dopo il recentissimo decimo posto in classifica generale al Tour de France: “Abbiamo lavorato da grande squadra – ha spiegato il corridore siciliano in forza alla Bahrain McLaren – provandoci fino all’ultimo. Sapevamo di non essere i favoriti ma non abbiamo niente da recriminarci”.

Nibali, quindicesimo all’arrivo, non era ancora al top della forma senza la quale non è riuscito a stare al passo di Alaphilippe e gli altri: “Fino a dieci giorni fa tutto era un punto interrogativo. Con i compagni avevamo intenzione di fare gara d’attacco, ma sin dall’inizio il ritmo è stato molto alto. Era difficile provarci da lontano come ha fatto Pogacar ma le pendenze finali hanno premiato corridori più esplosivi”.

ORDINE D’ARRIVO MONDIALE ELITE UOMINI IMOLA 2020

1° Julian Alaphilippe (Francia) 258,2 chilometri in 6.38’34” alla media di 38,869 km/h

2° Wout van Aert (Belgio) a 24”

3° Marc Hirschi (Svizzera)

4° Michal Kwiatkowski (Polonia)

5° Jakob Fuglsang (Danimarca)

6° Primoz Roglic (Slovenia)

7° Michael Matthews (Australia) a 53”

8° Alejandro Valverde (Spagna)

9° Maximilian Schachmann (Germania)

10° Damiano Caruso (Italia)

11° Michael Valgren (Denmark)

12° Michael Woods (Canada)

13° Guillaume Martin (Francia)

14° Tom Dumoulin (Olanda)

15° Vincenzo Nibali (Italia) a 57”

16° Mikel Landa Meana (Spagna)

17° Simon Geschke (Germania) a 1’34”

18° Alberto Bettiol (Italia)

19° Rudy Molard (Francia)

20° Pello Bilbao (Spagna)

21° Greg van Avermaet (Belgio)

22° Richard Carapaz (Ecuador)

23° Fausto Masnada (Italia)

24° Rigoberto Uran (Colombia)

25° Richie Porte (Australia)

26° Alberto Rui Costa (Portogallo) a 2’03”

27° Jan Polanc (Slovenia)

28° Jesus Herrada (Spain)

29° Toms Skujins (Lettonia) a 3’40”

30° Tiesj Benoot (Belgio) a 3’44”

31° Daniel Martinez (Colombia)

32° Esteban Chaves (Colombia)

33° Tadej Pogacar (Slovenia)

39° Tim Wellens (Belgio) a 9’24”

41° Miguel Angel Lopez (Colombia)

42° Thomas Pidcock (Gran Bretagna)

43° Giovanni Visconti (Italia) a 10’32”

47° Diego Ulissi (Italia)

57° Andrea Bagioli (Italia) a 15’27”

Ritirato Gianluca Brambilla (Italia)

Cover photo ©Massimo Fulgenzi/Isolapress

Luca Alò
28/09/2020