Ciclismo> Nairo Quintana ribalta il Giro d’Italia tra maltempo e polemiche a Val Martello

Nella tappa regina del Giro d’Italia con Gavia, Stelvio e la salita di Val Martello, è stato l’uomo più atteso a fare la voce grossa ma la maglia rosa è rimasta sempre in Colombia. Stiamo parlando di Nairo Quintana (Movistar) che si è imposto in perfetta solitudine al termine di un’azione, che non ha mancato di suscitare qualche polemica, nata lungo la discesa del Passo dello Stelvio.
Secondo posto per un mai domo Ryder Hesjedal (Garmin – Sharp) che ha tagliato il traguardo a soli 7 secondi dal canadese, mentre terzo si è andato a piazzare Pierre Rolland (Europcar), protagonista di un’altra giornata vissuta all’attacco (e che lo ha portato ad issarsi in quarta posizione in classifica generale) senza dimenticare la coraggiosa e generosa azione di Dario Cataldo (Sky) che ha conquistato in solitaria la Cima Coppi ai 2758 metri del Passo dello Stelvio prima di farsi riprendere dagli inseguitori capeggiati da Quintana.
L’ex capoclassifica Rigoberto Uran (Omega Pharma – Quick Step) ha accusato il colpo del k.o. tagliando il traguardo dopo 4’11” ed è stato costretto a cedere la maglia rosa al connazionale Quintana.
Giallo per l’avviso di Radio Corsa sulle disposizioni per affrontare la discesa del Passo dello Stelvio: il capolavoro di Quintana è stato macchiato da una coda polemica sulla comunicazione del servizio di radio informazioni in corsa che annunciava la presenza di “moto con la bandierina rossa alzata” per guidare la discesa dei gruppetti e per bloccare gli eventuali attacchi in discesa, onde evitare ai corridori di correre rischi. Quintana ed altri (Hesjedal, Rolland, Izaguirre, Rabottini e Sicard) hanno disatteso la comunicazione e sono andati in fuga approfittando del fatto che altri big della classifica si erano fermati in cima allo Stelvio per cambiarsi gli indumenti bagnati e indossare le mantelline.
E la neo maglia rosa Quintana è intervenuto sull’argomento: “Non ho ricevuto alcun ordine da parte ne degli organizzatori ne dai direttori sportivi di “moto safety car” o cose simili. Il gruppo era compatto, alcuni sono scesi dallo Stelvio molto forte, io sono rimasto sulle ruote e solo alla fine della discesa stessa mi sono accorto che avevamo preso un vantaggio. Ripeto, ne io ne i miei compagni di squadra abbiamo sentito nulla, abbiamo solo ricevuto l’ordine di coprirci bene, non vedo sinceramente il motivo di tutta questa polemica. Ci tengo però a precisare che il tempo che ho guadagnato sui miei rivali, l’ho guadagnato sulla salita finale e non nella discesa dello Stelvio”.
Giro finito? No, per il momento è cambiato soltanto il padrone, ma tra l’arrivo inedito in cima al Rifugio Panarotta, la cronoscalata del Monte Grappa e il temibile Monte Zoncolan al penultimo giorno, è difficile ipotizzare chi potrà scalzare Quintana dalla prima posizione e i distacchi cronometrici parlano chiaro: Uran è secondo a 1’41”, Evans terzo a 3’21”, a seguire Rolland a 3’26”, Majka a 3’28”, i nostri azzurri Aru a 3’38” e Pozzovivo a 3’49”.
Nonostante il maltempo, la neve in cima tra il Gavia e lo Stelvio, da sottolineare il grande dovere e il senso di responsabilità da parte dei corridori che hanno interpretato come da veri professionisti questa tappa come sintetizza Fabio Aru subito dopo aver tagliato il traguardo “Tutto il gruppo è da ammirare, abbiamo corso in condizioni davvero critiche”.

Luca Alò
27/05/2014