Calcio> Alba Roma, “Giochiamo con rispetto”

Domenica scorsa è stata scritta una delle pagine più brutte mai viste sui campi di calcio giovanile. Al termine di una partita del girone B del campionato provinciale U17 della società Alba Roma 1907, correttamente giocata dalle due squadre e finita senza alcuna particolare animosità. Si è accesa una discussione tra alcune persone in campo. Un componente adulto della panchina avversaria (del quale volutamente non diremo il nome perché stiamo condannando il gesto e non la persona che sarà regolarmente giudicata dalla giustizia sportiva) si rivolgeva ad un giocatore dell’Alba Roma con il classico “epiteto romanesco” che ricorda i defunti. Fin qui, seppur di dubbio gusto che un adulto si rivolga in questo modo ad un ragazzo, si può anche giustificare con l’uso purtroppo frequente e talvolta benevolo che i romani fanno di questa parola. Il giocatore, visibilmente scosso, rispondeva di accettare qualsiasi “parolaccia” ma non quella, aggiungendo di aver perso, purtroppo, la mamma. A questo punto l’adulto, ma solo anagraficamente aggiungiamo noi, con un ghigno sorridente rispondeva “…e allora mo….tua due volte”. Il ragazzo dell’Alba Roma incredulo ed in preda ad una crisi di nervi provava a scagliarsi contro questa “persona” che a sua volta provava a reagire ma la situazione veniva immediatamente sedata tra il rammarico e la mortificazione di giocatori e genitori degli avversari che mantenevano, anche in quella circostanza, un comportamento leale e rispettoso (al contrario di chi li rappresenta in panchina, evidentemente). Visto il trauma subito dal ragazzo, al quale è stata riaperta una ferita che il tempo non cancellerà mai, a tutela del proprio tesserato il Presidente dell’Alba Roma ha chiesto e concordato con un rappresentante della squadra avversaria che questa persona si recasse al campo di allenamento dei biancoverdi a porgere le proprie scuse al ragazzo. Questa cosa, tra un “sì vengo però…” e un “..oggi non posso”, non è ancora avvenuta. Evitiamo qualsiasi commento, perché lo riteniamo superfluo, ma riportiamo di seguito le parole del Presidente dell’Alba Roma: “Sono ancora scosso per l’accaduto e dispiaciuto per la mortificazione subita dal mio giocatore. Aggiungo anche che questa persona, per la gravità di quello che ha commesso, avrebbe meritato una punizione esemplare e non una semplice inibizione di 10 giorni, pur consapevole che la Giustizia Sportiva risponde e giudica rispetto a dati oggettivi. Nell’augurarmi che un evento simile non accada mai più, concludo ricordando che è facoltà delle società scegliere le persone che devono rappresentarle sul terreno di gioco, ma sono queste ultime che hanno l’obbligo di farsi tutori e garanti del rispetto delle regole, dei comportamenti e dei principi dello sport da trasmettere ai nostri ragazzi”.

Ufficio Stampa