Calcio a 5> Le pagelle di una stagione perfetta

Senti che botta scudetto e coppa!!!!! Che sia stata una stagione unica è chiaro. Trentaquattro vittorie, un pareggio e zero sconfitte parlano da sole. La Lazio è ripartita da zero, anzi no. E’ ripartita da quei 5 punti di penalizzazione che lo scorso anno la fecero fuori dai playoff. Si è rimboccata le maniche e a fine giugno dello scorso anno aveva già cambiato volto alla squadra ricevendo gli ok di tre top player come Blanco, Luciléia e Cely Gayardo, il trio reggino Presto, Siclari, Violi, portando a Roma Nanà, confermando Pamela Guercio, dando spazio a tre nuovi portieri Giustiniani, Giandesin e Cariani e prendendo le due sorelle Cary. Una Lazio nuova, del tutto. A fine agosto si sono conosciute, prima dentro e poi fuori dal campo. A ottobre le prime vittorie. Poi le soddisfazioni. I trofei e la storia. Una stagione epica davvero alla quale l’unico voto che va dato è solo un 30 con lode. Ma entriamo nello specifico:

Francesca Giandesin 7
Fare il secondo portiere non è mai facile. Ma la peculiarità di Francesca, come d’altra parte di tutte le ragazze, è stata quella di esserci sempre. Di farsi trovare pronta quando era il momento. E soprattutto nella prima parte della stagione quando ha dato tanto per la squadra e le compagne andando spesso a rimpiazzare Giustiniani per problemi fisici. E’ stato un peccato non vederla in panchina nella finalissima scudetto e per questo merita un plauso in più.
Pamela Presto 10
C’è solo un capitano è il caso di dirlo. Un po’ con i piedi a pompa come dicono le sue amiche calabresi, inutile nasconderlo. Una grinta infinita e un cuore che, anche se duro in superficie, nasconde dolcezza. Ma il massimo dei voti non è solo per questo. E’ per tutto quello che il capitano biancoceleste ha fatto fuori dal campo per questa squadra e per la società, stando sempre a disposizione, risolvendo i problemi e facendosi sentire nei momenti importanti. L’anima di una Lazio che sempre di più la rappresenta.
Brenda Cary 7
La sorella americana piccola, arrivata in punta di piedi e cresciuta piano piano. Un’incognita all’inizio dell’anno ma in certe gare ha tirato fuori colpi interessanti, bordate da fuori area che hanno fatto esultare tifosi e staff. Cresciuta, appunto, nell’italiano e nel futsal. E tra l’altro anche con grandi doti canore, come la madre.
Cely Gayardo 9,5
Inesauribile, sempre. Immensa, il più delle volte. Quantità e sostanza, corsa e grinta. Quando c’è da litigare c’è sempre. Quando c’è da esultare, pure. Quando c’è da divertirsi è sempre in prima linea. Il suo sorriso è stato una delle cose più belle di questa squadra, sempre pronta a scherzare, sempre a disposizione per lavorare. Nata per il futsal, metronomo di una Lazio che le è entrata dentro e con la quale rimarrà per un altro anno, almeno….
Pamela Guercio 7,5
L’unica laziale rimasta dallo scorso anno, l’unica giocatrice di movimento romana, doc. Pamelina e il suo cuore a ogni rete per l’amato Bastiani di certo non si dimenticherà facilmente la manita “regalata” all’Az nel quarti di finale. Cinque gol, di destro, di testa, che importa. Cinque sono cinque. Tanta tecnica ma anche tanti infortuni in stagione che non le hanno permesso di esserci sempre. Peccato.
Nanà 8
Brasiliana. Innamorata. Pazzerella. Il mondo di Nanà non si può spiegare, certamente non in italiano una lingua con la quale per tutta la stagione ha bisticciato molto. Fidanzatissima con Max Bellarte, tecnico dell’Acqua&Sapone maschile di serie A (in finale scudetto e vincitore della Coppa Italia) al quale dedica cuori e baci. Nanà ha regalato la semifinale di Coppa Italia alla Lazio con quel rigore segnato al Montesilvano nel quarti. Solo lei poteva batterlo. Solo lei che prima di battere il rigore decisivo aveva detto a Cely: “è il mio primo rigore”. Genio e follia.
Sara Giustiniani 8,5
Gli Orgogliosi la chiamano Saracinesca e fanno bene. Ha iniziato la stagione con un’ernia che si porta dietro da tanti mesi ormai. Ha fatto sacrifici per esserci nella prima parte dell’anno nelle gare più importanti, poi in Coppa Italia si è fatta trovare pronta parando anche il rigore decisivo nei quarti con il Montesilvano. Qualche gol preso in malo modo, forse, ma nel complesso per lei una stagione da incorniciare con la sua Lazio che da sempre ha nel cuore.
Marcella Violi 9,5
Un cuore immenso. Per la sua famiglia, per suo fratello Emanuele, per la sua Staiti, per la Lazio. Quella di Marcella è una storia che commuove, per i sacrifici fatti, per la voglia di arrivare e di farcela. E che poi sia diventata qui a Roma palestra-dipendente non fa niente, anzi, ci può anche stare se il risultato è vedere un muro in difesa. Ad inizio anno era stata soprannominata la Chiellini biancoceleste, probabilmente mai soprannome fu più azzeccato. Semplice e solare, un futuro certo nella nazionale italiana che verrà.
Melissa Cary 7,5
La bella americana, sogno proibito di tanti maschietti. Dopo tanti anni in Italia e uno scudetto conquistato a Napoli ha messo tutta la sua esperienza al servizio della squadra fino a quando, negli ultimi mesi, non si è dovuta arrendere a un problema muscolare che l’ha lasciato fuori per gran parte dei play off.
Gimena Blanco 9
Potenza e tecnica impressionanti. Beniamina dei tifosi con i quali ha creato un rapporto fantastico. L’unica in Italia a vincere tre scudetti, anche se lei è argentina, non lo dimentichiamo. All’inizio della stagione qualche problema familiare, arrivata a Roma in ritardo rispetto al resto della squadra ci ha messo un po’ per integrarsi negli schemi e con le compagne. Ma poi è uscita fuori, eccome se è uscita. Una grande Coppa Italia la sua al di là dei gol. Ha fatto segnare le sue compagne e dispensato botte di potenza a livello dei colleghi maschi. Tanta roba come si dice qui da noi.
Luciléia 10
Chiamarla stagione magica forse è anche riduttivo. Ha iniziato con un mondiale, poi il pallone d’oro, la Coppa Italia, 100 gol in regular season e infine lo scudetto. Ha superato le 130 reti con la Lazio calcolando anche quelle della finale scudetto. Ma soprattutto ha dispensato classe e colpi unici. Un tocco di palla vellutato, capace di mandare in bambola difese intere e di far scontrare giocatrici, è successo anche questo. Accelerazione, dribbling secco, destro o sinistro non fa molta differenza. Lei è un cecchino sempre e comunque, se decide un angolo la palla va li. Anche perché 100 gol non si inventano dalla mattina alla sera. Arrivata in punta di piedi, timida e impacciata, ha dimostrato di essere una campionessa in tutto e per tutto, dentro e fuori dal campo. Ha guidato la polisportiva Lazio il 12 maggio all’Olimpico….così guiderà ancora la Lazio il prossimo anno.
Silvia Cariani 7
Ruspa o Ruspinha, fa poca differenza. Il suo soprannome è questo. Acquistata in extremis a settembre come terzo portiere, i primi allenamenti aveva gli occhi lucidi per quanto fosse incredula. Nella sua prima intervista dichiarò che era un’emozione giocare con tutte queste campionesse. Ha dimostrato sempre serietà dispensando allegria a più non posso, qualità imprescindibile in un gruppo. In casa dell’Az nei playoff grandi parate per coronare, nel suo piccolo, una stagione favolosa.
Valentina Siclari 8,5
Nana lo è un po’. Ma non dimentichiamo che con la fascia da capitano aveva già vinto uno scudetto con la Pro Reggina. Sempre a segno, o quasi, durante la stagione, i suoi gol sono sempre i più belli, in acrobazia. E come faccia chissà. Di testa, in allungo, a pallonetto che differenza fa. Lei c’è sempre stata, si è fatta trovare pronta. Parla poco la ragazza ma poi se si scioglie son dolori anche perché ti dice la verità e non è da tutti. Speciale, davvero.

Serena Cerracchio