Ciclismo> Peter Sagan da urlo alla Parigi-Roubaix numero 116

La Parigi-Roubaix ha avuto forti riflessi iridati nel segno del campione del mondo Peter Sagan (Bora Hansgrohe) e di uno stoico Silvan Dillier (Ag2r La Mondiale) che hanno animato il gran finale della classica monumento giunta alla 116°edizione.
L’unicità, il mito e la crudeltà delle pietre in 29 settori di pavè per un totale di 254 chilometri di gran fatica mischiate alle emozioni nella regina delle classiche del Nord Europa.
Dopo la lunga fuga di Dillier, Sven Bystrom (Uae Team Emirates), Ludovic Robeet (WB Aqua Protect Veranclassic), Jimmy Duquennoy (WB Aqua Protect Veranclassic), Jelle Wallays (Lotto Soudal), Marc Soler (Movistar), Jay Thompson (Dimension Data), Geoffrey Soupe (Cofidis) e Gatis Smukulis (Delko Marseille), la svolta a 54 chilometri dall’arrivo quando Sagan ha raggiunto i fuggitivi e li ha staccati, eccezion fatta per il campione nazionale svizzero in carica Dillier che è riuscito a tenere le ruote del tre volte campione del mondo.
Gianni Moscon (Team Sky), Matteo Trentin (Mitchelton Scott), Philippe Gilbert (Quick Step), l’iridato di ciclocross Wout Van Aert (Veranda’s Willems-Crelan) e il campione europeo Aleksandr Kristoff (Uae Team Emirates) sono rimasti fuori dai giochi tra cadute, inconvenienti fisici e tecnici mentre Niki Terpstra (Quick Step), Greg Van Avermaet (Bmc), Sep Vanmarcke (EF Drapac) e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) non sono riusciti a rientrare sulla coppia al comando.
All’interno del velodromo di Roubaix, in un tripudio di folla, Sagan ha fatto prevalere le sue ottime qualità di sprinter precedendo uno stanchisismo Dillier con il podio completato da Terpstra.
Dopo Rik Van Looy, Eddy Merckx, Francesco Moser e Bernard Hinault, Peter Sagan è il quinto campione del mondo nella storia a vincere la Roubaix sfatando un tabù che durava da sei partecipazioni firmando un’impresa davvero monumentale: “È incredibile, sono stanchissimo. Non ho avuto forature o problemi meccanici, ho attaccato al momento giusto e sono arrivato sino in fondo. È una sensazione bellissima, cerco sempre di dare il massimo per arrivare ai risultati”.
L’Inferno del Nord ha consacrato Silvan Dillier: alla seconda partecipazione in carriera alla Roubaix, da grande lottatore ha sognato l’impresa fino in fondo e all’ultimo briciolo di energia si è dovuto arrendere alla strapotenza fisica del campione slovacco.
Se il capolavoro di Sagan ha strabiliato il pubblico, lo spettacolo ha lasciato il posto al dramma per la morte del giovane ciclista belga Micheal Goolearts in seguito ad un arresto cardiaco mentre era impegnato a percorrere il settore 28 di pavè fra Viesly e Briastre.
Nonostante il tempestivo intervento dei medici con il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore, lo sfortunato ciclista è stato elitrasportato all’ospedale di Lilla dove è giunto in condizioni disperate ma non c’è stato nulla da fare.
A dare l’annuncio del decesso il team Veranda’s Willems-Crelan: “Con inimmaginabile tristezza dobbiamo comunicare la morte del nostro corridore e amico Michael Goolaerts. È morto alle 22.40 alla presenza dei suoi familiari e dei suoi cari, che lo conserveranno sempre nei loro pensieri”.

Luca Alò
10/04/2018