Ciclismo> Freccia Vallone: il muro di Huy è sloveno con Tadej Pogacar

terzo posto di Gaia Realini nella gara femminile

Uno sprint lungo in salita sulle arcigne pendenze del muro di Huy al 19% di punta massima per Tadej Pogacar che ha messo in campo tutta quella forza sulle proprie gambe e quella esplosività per andarsi a prendere il suo primo meritato successo in carriera alla Freccia Vallone. Due successi su tre per il fuoriclasse sloveno della UAE Team Emirates in questo Trittico delle Ardenne dopo l’Amstel di domenica scorsa, a pochi giorni dalla Liegi-Bastogne-Liegi che ha già vinto nel 2021.

In un’edizione orfana del vincitore uscente Dylan Teuns (forfait per influenza) e del cinque volte trionfatore nell’albo d’oro Alejandro Valverde (fine carriera nel 2022), il percorso di 194,3 chilometri prevedeva la partenza da Herve, il superamento di 11 gran premi della montagna e l’iconico passaggio sul muro in cima a Huy per tre volte (1.300 metri al 9,6% di pendenza media) arrivo compreso.

La fuga iniziale di Daryl Impey (SAf, Israel – Premier Tech), Lawrence Naesen (Bel, AG2R Citroën Team), Georg Zimmermann (Ger, Intermarché – Circus – Wanty), Jacob Hindsgaul (Dan, Uno-X Pro Cycling Team), Søren Kragh Andersen (Dan, Alpecin-Deceuninck), Raúl García Pierna (Spa, Equipo Kern Pharma), Johan Meens (Bel, Bingoal WB) e Jetse Bol (Ola, Burgos-BH) ha avuto un vantaggio massimo di 3’30” ed è andata dissolvendosi negli ultimi 50 chilometri così come quella successiva di Samuele Battistella (Astana Qazaqstan Team), Louis Vervaeke (Bel, Soudal Quick Step) e nuovamente Kragh Andersen a 10 chilometri dal traguardo. Tutti i migliori a lottare sul muro finale con qualche brivido per il francese Bardet del Team DSM stretto contro le transenne. Nel punto più impervio dello strappo (19%), Pogacar ha calcolato alla perfezione il momento in cui scattare (ai 200 metri) e mettere in fila gli altri diretti rivali: secondo Mattias Skjelmose (Dan, Trek Segafredo), terzo Mikel Landa (Spa, Bahrain Victorius) e quarto Micheal Woods (Can, Israel Premier Tech). Ci ha provato a star dietro allo sloveno Giulio Ciccone della Trek-Segafredo, quinto e migliore degli italiani staccato di 3 secondi.

FRECCIA FEMMINILE – Dopo l’Amstel, anche la Freccia Vallone Femmes ha incoronato al top della forma l’olandese Demi Vollering (Team SD Worx) che si conferma la regina delle corse di primavera con il quarto successo stagionale. Sulla distanza di 127,3 chilometri, sette côte e tre passaggi sul Muro di Huy come gli uomini, la corsa ha vissuto il momento cruciale a una quarantina di chilometri dal traguardo con alcune big uscite allo scoperto come la campionessa del mondo Annemiek Van Vleuten (Ola, Movistar Team), Ashleigh Moolman (SAf, AG Insurance – Soudal Quick-Step), Elisa Longo Borghini (Trek Segafredo) e Katarzyna Niewiadoma (Pol, Canyon//SRAM Racing) e Amanda Spratt (Aus, Trek Segafredo). Riprese le attaccanti e verso l’ultima ascensione al muro di 1.300 metri (media 9,6% e massima del 19%), nessuna delle avversarie è riuscita a tenere le ruote di Vollering che ha fatto il vuoto fino a mettere una manciata di secondi tra sé e le altre come la tedesca Diane Lippert (Movistar Team) e Gaia Realini (Trek Segafredo). Un terzo posto degno di menzione per la 22enne abruzzese, alla sua prima partecipazione ufficiale alla Freccia Vallone, dimostrando tutto il suo valore in salita, stando al passo delle big. Dal quarto al settimo posto a 10” Mavi Garcia (Spa, Liv Racing Teq), Evita Muzic (Fra, FDJ – SUEZ), Moolman e Van Vleuten, altra italiana nella top-10 Silvia Persico della UAE Team ADQ (ottava) con un gap di 16” dalla vincitrice.

Credit fotografico Sprint Cycling Agency

Luca Alò
20/04/2023